domenica 24 ottobre 2010

37a Scarpinada de San Crispin

Dopo l'impresa in terra germanica si riparte con le uscite vicino casa per far valere la nostra superiorità nei confronti dei tanti podisti Veronesi. Il nostro capo organizzatore Bia propone al gruppo la "Scarpinada de San Crispin" in quel di Bussolengo a 10 minuti dalla splendida e unica città di Verona.
Aderisco a gran voce e con il Generale ci si da appuntamento ore 7.45am sotto casa del Bia dove il Generale ci porterà con l'auto senza targa verso Busso. Alle 8 io e Bia cominciamo a perdere le speranze di veder arrivare il Generale.
La conferma non si fa aspettare e giunge con un sms telegrafico: "No, per stamane salta".
La prode carrozza dell'unico mio compagno rimasto ci porta in un parcheggio stracolmo vicino alle Sorelle Ramonda dove ci rendiamo subito conto dell'ottima organizzazione. Ci spogliamo e ci avviciniamo alla partenza che, come nel caso di tutte le gare non competitive, è una vera e propria impresa trovare. Alla "partenza" c'è il solito camion addobbato a palco con tanto di DJ, che propone una straordinaria "Laura PASINI" (senza la U) che canta in spagnolo, e un mitico speaker pressochè incomprensibile che cerca di parlare in italiano senza far notare che lui conosce solo il dialetto.
Pronti e via.
Partenza in discesa velocissima per 4km in cui si vedono personaggi di ogni tipo tra cui alcuni con sigaretta in bocca e alcuni con il bastone che tirano porchi di ogni genere.
Dopo la discesa arriva la salita e chiaramente il buon Bia ha dovuto subire le mie imprecazioni che nell'umido bosco si sono perse tra quelle di tutti gli altri improvvisati "mountain runners".
Sul percorso i Km segnalati erano palesemente inseriti in modo casuale e al Km10 (in realtà Km9) ci ritroviamo al rifornimento organizzato al forte "Leopold" dove facciamo (per colpa mia) una piccola pausa. Da lì, il resto della corsa è in discesa o falso piano e ci godiamo lo splendido paesaggio discutendo di quanto siamo fortunati ad essere Veronesi.
Arrivati in parata al Km16, ci ritroviamo al camion/palco sul quale il DJ propone il brano "La Pearà l'è la tradision de la me cità" e abbracciandoci mangiamo un ottimo paneto con il salame.
Tirando le somme: ottima organizzazione, ottimo percorso e ottimo costo (1€).
La prossima volta pacco gara con grissini e dolcetti.

mercoledì 20 ottobre 2010

Munchen Marathon'10 - Dopo

Si dice al termine di un racconto che "il resto è storia".
Credo però che valga la pena di fare un'ultima riflessione sulla nostra avventura bavarese per poi porre definitivamente la parola fine su tutta questa faccenda.
Mentre tornavo in Italia con il Generale e Cappa non ho potuto non notare le crisi deambulatorie che hanno colpito tutti noi seppur con una portata diversa.
Guardando Cappa che, dall'alto delle sue 3 ore e 47 minuti, prende la rampa degli handicappati invece delle scale, seguito a ruota dal Generale, non ho potuto non provare ammirazione.
Certo ammiro Clod perchè si allena con una costanza disarmante (e infatti i risultati gli danno ragione, è il migliore di noi), ammiro me stesso per qualche motivo che ora non mi soggiunge, ma ammiro anche quei due somari.
Sono partiti consci del fatto che, a causa del loro allenamento incompleto, avrebbero visto la Madonna in persona dal km 30 in poi e che il giorno dopo - giorno lavorativo - sarebbe stata una tragedia anche solo andare dalla scrivania alla fotocopiatrice.
E così è stato.
Nonostante tutto e con la previsione dell'evento, hanno accettato il rischio e hanno corso.
Nel diritto penale si chiamerebbe dolo eventuale.
Nella realtà dei fatti le persone normali la chiamano follia.
E' comunque una follia innoqua che dimostra come delle persone qualunque con la testa un po' dura possono togliersi delle soddisfazioni che, probabilmente, molti non possono neppure comprendere.
Non è una questione di essere fissati con cazzate come la forma fisica o con la dieta di turno, è solo voler dimostrare a sè stessi di poter fare qualcosa che corona mesi di fatica (indipendentemente dal numero e dalla durata degli allenamenti) e di sacrifici.
Qualcosa che molti dicono di poter fare (e che effettivamente potrebbero fare) ma che neache iniziano perchè non sono disposti a soffrire.
Ora mi fermo sennò gli asini in questione scambiano i miei sproloqui come un elogio e per la prossima maratona si allenano ancora meno.
Non c'è una morale, era solo una constatazione. Una sorta di buonismo mascherato da auto-esaltazione del gruppo.
Per dirla in termini semplici: bravi tutti.
Ah, la prossima nostra maratona pare sarà a Tromso, in Norvegia.
Ma questa è un'altra storia.

lunedì 18 ottobre 2010

Un anno di corsa

Vi segnalo questo articolo uscito sul corriere di oggi.
Parla di un uomo che ha corso per un anno di fila, inanellando più di 27mila km con una media di oltre 70 km al giorno.
Tutti i giorni.

mercoledì 13 ottobre 2010

Munchen Marathon'10 - Durante

La serata pre maratona è stata (come al solito) caratterizzata da una lunga ed estenuante ricerca di un piatto di pasta.
Una volta seduti a tavola siamo stati serviti da un signore italiano completamente pazzo che, mentre ci costringeva ad ordinare cosa voleva lui (forse in cucina non c'era altro), fingeva di capire qualcosa di maratone.
In realtà più parlava sconclusionatamente più dava evidente sfoggio dell'unico ingrediente di cui la cucina era sicuramente piena: farina bianca.
Risolta la pratica cena, e denunciato alle autorità del luogo il proprietario del ristorante per eccesso di idiozia, ci siamo tutti concentrati, prima di lasciarci andare tra le braccia di morfeo, sull'altro grande problema che tormenta tutti noi la sera prima dei quarantadue chilometri: Cappa che non va di corpo.
Che schifo direte voi.
E fate bene.
Noi non parlavamo d'altro e ognuno dava la sua soluzione. La più ragionevole che mi pare di ricordare consisteva nell'uscire nudo al freddo fuori dall'ostello in modo da auto indursi una sorta di cagotto fulminante. Cappa purtroppo ha deciso di tenersi tutto dentro, correndo così la maratona con un fardello di circa cinque-sei kg di scorie nucleari.
Dopo una notte caratterizzata dal rumore della guardia privata del General che piantonava la nostra porta, abbiamo fatto la solita colazione a base di fette biscottate, marmellata e cotechino e ci siamo diretti alla partenza dalla gara.
Tutti carichissimi. 
Io mi sentivo il re del mondo grazie a dei fantastici pantaloncini sgambati con i colori della Germania regalatemi dalla punta di diamante la mattina stessa.
Per una volta siamo riusciti a posizionarci abbastanza vicini alla linea della partenza, ma, ovviamente, un minuto dopo lo start ci siamo subito persi di vista dati i ritmi gara completamente differenti.
La gara è andata via liscia, il percorso era bello, la giornata stupenda e la gente sul percorso era più carica di noi.
Uno dopo l'altro abbiamo tagliato il traguardo posto all'interno del suggestivo stadio olimpico e, dopo esserci abbuffati di brezel e banane, ci siamo diretti al banchetto dove serivano la birra.
Con mezzo litro di nettare divino in mano ci siamo adagiati sulle transenne in attesa del nostro condottiero. Il General, infatti, a causa delle numerose missioni nell'est Europa non era riuscito ad allenarsi bene e il suo unico obiettivo era arrivare in fondo vivo.
Quando ormai le speranze stavano scemando del tutto ed il telegramma alla famiglia stava per essere spedito ecco l'imponente sagoma del nostro amico entrare nello stadio tra due ali di folla.
Subito ci siamo catapultati verso di lui brandendo la nostra preziosa birra, ma lui, in completa trance agonistica, ci ha riconosciuto a stento.
Nella mia qualità di suo più vecchio seguace sono andato ad accoglierlo con una corona d'alloro subito dopo il ritiro medaglie.
Il suo volto era tirato dalla fatica, le sue gambe tremavano dal dolore, il suo parrucchino era quasi del tutto staccato. 
Nonostante tutto non ho neanche fatto in tempo a preoccuparmi della sua salute. Quando mi ha chiesto come prima cosa: "ma la birra è gratis?!", ho subito capito che andava tutto bene.

martedì 12 ottobre 2010

Munchen Marathon '10 - Prima

Questa volta credevamo proprio di essere partiti male.
I presupposti per la catastrofe c'erano tutti.
Seduti sugli allori dell'impresa viennese, abbiamo tardato nel definire il successivo appuntamento, finchè, una sera di mezz'estate, ci siamo ritrovati a dover decidere senza avere più tempo per pensare.
Per impegni lavorativi, di studio, amorosi (questo vale solo per il Generàl) e  soprattutto psicologici abbiamo scelto come periodo la metà di ottobre ove le gare fattibili erano solo due: Lago di Garda o Monaco. 
Il Lago di Garda è a mezz'ora da casa nostra quindi la scelta era semplice: Monaco.
Ci piacciono le cose semplici.
Fatto il passo estremo dell'iscrizione e pianificato una tabella di allenamento ci siamo gettati a capofitto negli allenamenti.
Non è assolutamente vero.
Con luglio e agosto di mezzo, da veri lucignoli, abbiamo bigiato vari allenamenti fino a ritrovarci a settembre a dover dare tutto per evitare di morire in Baviera.
Come ogni asino che si rispetti, infatti, i mesi prima degli esami abbiamo fatto la bella vita e la settimana prima dell'interrogazione ci siamo chiusi in casa a studiare con la coscienza sporca.
Fortunatamente, conti alla mano, siamo stati graziati da San Gebreselassie ancora una volta, forse perchè alla fine, anche se non sembra, siamo (quasi) degli atleti.
La disorganizzazione è comunque proseguita fino al momento della partenza, ed ha raggiunto l'apogeo con la prenotazione casuale di un ostello rivelatosi essere peggio di quello descritto da Eli Roth nel suo recente film.
Anche il successivo viaggio non è stato da meno: in tre siamo andati la sera prima, altri quattro sono arrivati il giorno successivo circa dieci ore dopo il previsto ed uno, la punta di diamante, si è presentato al ritrovo prefissato direttamente dalla Svizzera, guidando una macchina munita di apposita spia luminosa, prontamente ignorata dal pilota, che segnalava l'imminente esplosione del mezzo.
Dopo queste peripezie degne di fantozziana memoria ci siamo ritrovati tutti al ritiro pettorali posto in prossimità dello stadio olimpico.
Qui, guidati dal Genràl in totale stato confusionale e in balia di informazioni erronee, abbiamo impiegato venti minuti a trovare il banco di consegna del nostro pettorale, dove, previ acquisti inutili a costo ovviamente elevatissimo, abbiamo ritirato il pacco gara,.
L'ultimo gesto che restava da compiere era comperare la t-shirt celebrativa della maratona. 
Detto e fatto.
L'unica cosa è che io ho comprato una taglia s da donna e sto ancora cercando di capirne il perchè.
Espletate tali formalità siamo tornati sani e salvi al maniero che ci ha ospitato, nonostante i plurimi tentativi di omicidio di massa perpetrati dalla punta di diamante che, con l'affidabile autovettura di cui sopra, ha attraversato la città con uno stile di guida degno del compianto Colin McRae.
A questo punto credevamo che solo un frugale e veloce pasto ci avrebbe ora separato dalla branda, ma, invece, il bello doveva ancora arrivare.

lunedì 11 ottobre 2010

Fatta anche questa!

Con grande soddisfazione torniamo da Monaco "vincitori"!
Siamo tutti riusciti a migliorare il nostro tempo:
- General 4 h 35 min
- Clod 3 h 17 min
- Cappa 3 h 47 min
- Bia 3 h 40 min
Avanti verso l'infinito e oltre!