martedì 10 giugno 2014

2° Antico Trail del Contrabbandiere

Noi non ci riposiamo. Noi continuiamo a correre e così domenica scorsa abbiamo partecipato all' Antico Trail del Contrabbandiere. Con i suoi 2.500mt D+ (il mio Garmin ne ha misurati 2.900) spalmati su 4 picchi da affrontare durante i 37km di lunghezza, sembrava un gioco da ragazzi. Pensavamo di sbrigare la faccenda in 4/5 ore e come da più classica delle mie previsioni ci abbiamo messo 6 ore e 1 minuto il Bia e 6 ore e 25 il sottoscritto.
Il percorso si staglia tra San Marino (VI) e Bassano del Grappa su un sentiero definito Alta Via del Tabacco.
Ora fissata per la partenza: sette del mattino. Partenza da Verona ore quattro.
Puntualissimi alla partenza, ci siamo trovati con altri 350 partecipanti. Dopo circa due chilometri di asfalto, ci siamo lanciati sulla prima salita. Il caldo si è fatto vivo già a un'ora dopo la partenza e così, tra boschi e tratti di sentiero più aperto, ci abbiamo dato dentro parecchio.
Il livello complessivo dei partecipanti era abbastanza alto ma nonostante questo al primo controllo pettorali sono passato 112esimo. Per me, notoriamente meno preparato del Bia sulla salita, un buon piazzamento parziale.
Al ventesimo chilometro e dopo 2 delle 4 salite il ristoro mi ha salvato la vita. In preda ai crampi, comparsi sulla seconda ripidissima discesa, ho bevuto un litro di Energade allo scopo di integrare i sali minerali persi con la devastante sudorazione che mi contraddistingue. La sosta, anche se breve, mi ha rinfrancato e così ho potuto affrontare la salita più dura che con i suoi 450mt di dislivello da percorrere in meno di 1,5km nell'umidità totale del bosco, ha lasciato decisamente il segno.
Per la quarta e ultima salita esposta al sole caldissimo delle 12.30 ho indossato il mio cappello e finito il terzo pieno d'acqua del camelbak ho raggiunto la cima.
Ultimo sforzo lungo il fiume Brenta e arrivo sul ponte degli alpini di Bassano tra un bel tifo nonostante l'asfissiante afa.
Durante molti tratti ho pensato alla CCC che abbiamo programmato per Agosto. In questa gara abbiamo percorso 37km, sul Monte Bianco ce ne aspetterebbero 100. C'è molto da riflettere.

mercoledì 4 giugno 2014

100km del Passatore: fatta!


Ebbene si, ce l'abbiamo fatta.
Max ed io abbiamo conlcuso la 100 km del Passatore in 11h, 40min ed una manciata di secondi.
Supportati da un gruppo capitanato dal Generàl e dal fido scudiero Clod abbiamo tagliato il traguardo di quella che possiamo tranquillamente definire la prova fisica più dura della nostra vita.
Fin dalla partenza è stato chiaro come il clima fosse a dir poco speciale: tanto terrore mascherato da disinvoltura. Tutti duri e puri e tutti che se la facevano nei pantaloni.
(Mi sa che sto parlando di me stesso. Al plurale come i matti!).
In mezzo a molti podisti che erano all'ennesima partecipazione anche noi novellini, senza avere la minima idea di cosa ci aspettava, siamo partiti per questa grande avventura da via dei Calzaiuoli, il cuore pulsante del commercio fiorentino.
Il caldo, unito alla salita verso Fiesole, ha subito messo a dura prova i nostri possenti fisici mediterranei, ma tra qualche secchiata d'acqua non voluta (si ringraziano i membri della casa del popolo di un luogo sconosciuto n.d.r.), un paio di piadine con la nutella e dei paesaggi stupendi siamo presto arrivati al km 25 dove è iniziato il via vai di tutti coloro che fanno assistenza ai corridori: un fiume di bici e automobili che sostengono psicologicamente e portano ogni ben di Dio agli scriteriati corridori.
Anche i nostri angeli custodi hanno qua cominciato a manifestarsi sotto varie forme.
A due e quattro ruote.
Con o senza vestiti.
La nostra casa mobile, ovvero il camper guidato da un giovane ragazzo pieno di speranza, ci ha sempre seguito come un'ombra e si è manifestata a noi nei momenti di maggior sconforto sia fisico (il mal de la tripa che mi ha colpito prima di metà gara poteva essermi fatale) che psicologico (sono quasi sicuro che negli ultimi 10km Max abbia cercato di farla finita correndo ad occhi chiusi).
Superati a fatica i miei problemi interiori e i primi chilometri della dura arrampicata verso il passo della Colla, stranamente ringalluzziti, abbiamo concluso in gloria le ultime rampe della salita e, dopo essere diventati ultramaratoneti senza quasi farci caso, abbiamo scollinato tagliando contemporaneamente anche l'agognato traguardo dei 50km.


Dopo esserci gustati alla velocità della luce una pastasciutta olio&formaggio cucinataci dai nostri amorevolissimi angeli custodi siamo ripartiti a tutta per la discesa che ci ha visto tenere un ritmo ottimo fino ai 65km posizionati in corrispondenza del paese di Marradi.
In questo frangente di gara abbiamo dato molto e, accelerando a più non posso, abbiamo guadagnato un bel po' di posizioni.
Con il passaggio dei 70km, il buio e la lucetta ben legata in fronte tutto è divenuto molto suggestivo.
E molto, moltissimo, faticoso.
Abbiamo cominciato ad incontrare i ragazzi del camper ogni 8km/10km, ma senza dargli troppa soddisfazione: nel totale mutismo riuscivamo a mandare giù solo un po' di coca cola e qualche biscotto secco.
Devo dire che i ragazzi facevano quasi tenerezza: ci vedevano arrivare, immagino con delle facce orribili, e si catapultavano in mezzo alla strada urlandoci per sostenerci e offrendoci qualunque cosa da mangiare e da bere. Purtroppo lo stomaco completamente chiuso non ci ha permesso di dargli troppa soddisfazione.
Dagli 80km in poi è stata davvero impegnativa: buio pesto, strada dritta, silenzio di tomba.
Solo il rumore del respiro - pesante come l'alito dopo una pizza tonno e cipolla - dei podisti.
Qualche sorriso passando per Brisighella e poi le imprecazioni dai 95km all'arrivo. Perchè imprecazioni? Semplice: per tutta la gara il chilometraggio era segnato ogni 5km, ma dai 95km la segnalazione è stata - giustamente - posizionata di km in km. 
Passato un km, quindi, cominciavo subito a cercare il cartello del chilometro successivo.
Il problema è che la mia estrema miopia, unita alla mia inesistente pazienza ed alla stanchezza hanno creato in me un vortice di continue parolacce che si fermavano solo per qualche secondo alla vista del tanto desiderato cartello e ripartivano subito dopo averlo passato.
Tagliato il traguardo in parata e ricevute subito medaglie e bottiglie di vino siamo andati a fare la doccia in mezzo a gente semi svenuta ed appesa a flebo di miracolose sostanze ricostituenti.
Una notte insonne ed una buonissima mangiate di gnocco fritto lungo la strada del ritorno sono state il preambolo di un arrivo a casa vivi, a mala pena deambulanti, ma con il ricordo di un'esperienza bellissima e di una gara stupenda sia per il percorso che per tutto il contorno.
Alla domanda che mi è già stata fatta più volte: "la farai di nuovo?", la mia risposta è "no!". Non per paura, per stanchezza o per fatica, ma perchè semplicemente credo che certe esperienze debbano restare uniche. La seconda volta non sarebbe mai come la prima.
Quindi avanti con la prossima, diversa, follia podistica.