Dopo circa otto mesi dalla data in cui l'ho ricevuto in regalo, sono riuscito a trovare il tempo di leggere il libro ricevuto da un amico che forse voleva lanciarmi un messaggio subliminale: "Parli sempre di corsa" di Linus, all'anagrafe Pasquale Di Molfetta.
Sono un fedele ascoltatore di Radio DeeJay da moltissimo tempo e ho seguito i diversi programmi condotti dal vecchio deejay che si definisce milanese di adozione. Quando ho saputo che sarebbe uscito un libro in cui avrebbe "parlato di corsa" non nascondo che mi sono molto incuriosito e la voglia di sapere quali sarebbero stati i temi trattati è stata subito evidente. Ho cominciato a pensare che, essendo l'autore uno che effettivamente parla sempre di corsa alla radio, il libro avrebbe raccontato nuove avventure e strane conoscenze fatte durante le gare in giro per il mondo.
Quasi subito, però, mi sono reso conto che non era quello che mi aspettavo. Sicuramente una bella operazione di marketing, ma speravo di più.
Probabilmente per i veri fans di Pasquale il libro potrebbe anche rivelarsi interessante ma al sottoscritto è sembrato più che altro una lode alla maratona di New York condita da una piccola quantità di consigli per diventare un "radical chic" del running.
Devo dire che, effettivamente, in una cosa l'autore è riuscito: ha acceso una certa curiosità in me riguardo alla maratona che molti definiscono "la più bella del mondo". La descrizione della gara è sicuramente piacevole, anche se si articola in modalità Linus-centrica (un po' glielo concedo ma quando è troppo è troppo), però nulla di nuovo rispetto a quanto leggo nei post dei tanti forum di running che si trovano online.
Sono convinto che Linus sia una delle persone che ha contribuito all'espansione della moda della corsa in Italia, ma questo porta con sè due aspetti, uno positivo e uno negativo.
Il primo è sicuramente quello che molte persone, diciamo "non in forma", abbiano cominciato ad alzarsi dal divano e a spostarsi nei parchi delle città; il secondo è che molti, forse i più, corrono solo per essere alla moda "come Linus".
Io penso che uno sport nobile come la corsa, dovrebbe essere praticato da chi, spinto dalla voglia di stare in forma, di stare in compagnia, di vivere la natura e magari di competere, trovi gioia nell'infilarsi le scarpette nella più fredda delle giornate d'inverno, quando fuori nevica e tutti i tuoi amici sono al bar per una cioccolata calda e non da chi vuole assomigliare ad un vip che ha trovato nella corsa un nuovo modo di fare business.
Ognuno tragga le proprie conclusioni.