La serata pre maratona è stata (come al solito) caratterizzata da una lunga ed estenuante ricerca di un piatto di pasta.
Una volta seduti a tavola siamo stati serviti da un signore italiano completamente pazzo che, mentre ci costringeva ad ordinare cosa voleva lui (forse in cucina non c'era altro), fingeva di capire qualcosa di maratone.
In realtà più parlava sconclusionatamente più dava evidente sfoggio dell'unico ingrediente di cui la cucina era sicuramente piena: farina bianca.
Risolta la pratica cena, e denunciato alle autorità del luogo il proprietario del ristorante per eccesso di idiozia, ci siamo tutti concentrati, prima di lasciarci andare tra le braccia di morfeo, sull'altro grande problema che tormenta tutti noi la sera prima dei quarantadue chilometri: Cappa che non va di corpo.
Che schifo direte voi.
E fate bene.
Noi non parlavamo d'altro e ognuno dava la sua soluzione. La più ragionevole che mi pare di ricordare consisteva nell'uscire nudo al freddo fuori dall'ostello in modo da auto indursi una sorta di cagotto fulminante. Cappa purtroppo ha deciso di tenersi tutto dentro, correndo così la maratona con un fardello di circa cinque-sei kg di scorie nucleari.
Dopo una notte caratterizzata dal rumore della guardia privata del General che piantonava la nostra porta, abbiamo fatto la solita colazione a base di fette biscottate, marmellata e cotechino e ci siamo diretti alla partenza dalla gara.
Tutti carichissimi.
Io mi sentivo il re del mondo grazie a dei fantastici pantaloncini sgambati con i colori della Germania regalatemi dalla punta di diamante la mattina stessa.
Per una volta siamo riusciti a posizionarci abbastanza vicini alla linea della partenza, ma, ovviamente, un minuto dopo lo start ci siamo subito persi di vista dati i ritmi gara completamente differenti.
La gara è andata via liscia, il percorso era bello, la giornata stupenda e la gente sul percorso era più carica di noi.
Uno dopo l'altro abbiamo tagliato il traguardo posto all'interno del suggestivo stadio olimpico e, dopo esserci abbuffati di brezel e banane, ci siamo diretti al banchetto dove serivano la birra.
Con mezzo litro di nettare divino in mano ci siamo adagiati sulle transenne in attesa del nostro condottiero. Il General, infatti, a causa delle numerose missioni nell'est Europa non era riuscito ad allenarsi bene e il suo unico obiettivo era arrivare in fondo vivo.
Quando ormai le speranze stavano scemando del tutto ed il telegramma alla famiglia stava per essere spedito ecco l'imponente sagoma del nostro amico entrare nello stadio tra due ali di folla.
Subito ci siamo catapultati verso di lui brandendo la nostra preziosa birra, ma lui, in completa trance agonistica, ci ha riconosciuto a stento.
Nella mia qualità di suo più vecchio seguace sono andato ad accoglierlo con una corona d'alloro subito dopo il ritiro medaglie.
Il suo volto era tirato dalla fatica, le sue gambe tremavano dal dolore, il suo parrucchino era quasi del tutto staccato.
Nonostante tutto non ho neanche fatto in tempo a preoccuparmi della sua salute. Quando mi ha chiesto come prima cosa: "ma la birra è gratis?!", ho subito capito che andava tutto bene.
http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_17/anno-corsa-record_97517378-da01-11df-8dad-00144f02aabc.shtml
RispondiEliminaforrest gump!
si si ho letto!
RispondiEliminaspettacolo!