mercoledì 20 ottobre 2010

Munchen Marathon'10 - Dopo

Si dice al termine di un racconto che "il resto è storia".
Credo però che valga la pena di fare un'ultima riflessione sulla nostra avventura bavarese per poi porre definitivamente la parola fine su tutta questa faccenda.
Mentre tornavo in Italia con il Generale e Cappa non ho potuto non notare le crisi deambulatorie che hanno colpito tutti noi seppur con una portata diversa.
Guardando Cappa che, dall'alto delle sue 3 ore e 47 minuti, prende la rampa degli handicappati invece delle scale, seguito a ruota dal Generale, non ho potuto non provare ammirazione.
Certo ammiro Clod perchè si allena con una costanza disarmante (e infatti i risultati gli danno ragione, è il migliore di noi), ammiro me stesso per qualche motivo che ora non mi soggiunge, ma ammiro anche quei due somari.
Sono partiti consci del fatto che, a causa del loro allenamento incompleto, avrebbero visto la Madonna in persona dal km 30 in poi e che il giorno dopo - giorno lavorativo - sarebbe stata una tragedia anche solo andare dalla scrivania alla fotocopiatrice.
E così è stato.
Nonostante tutto e con la previsione dell'evento, hanno accettato il rischio e hanno corso.
Nel diritto penale si chiamerebbe dolo eventuale.
Nella realtà dei fatti le persone normali la chiamano follia.
E' comunque una follia innoqua che dimostra come delle persone qualunque con la testa un po' dura possono togliersi delle soddisfazioni che, probabilmente, molti non possono neppure comprendere.
Non è una questione di essere fissati con cazzate come la forma fisica o con la dieta di turno, è solo voler dimostrare a sè stessi di poter fare qualcosa che corona mesi di fatica (indipendentemente dal numero e dalla durata degli allenamenti) e di sacrifici.
Qualcosa che molti dicono di poter fare (e che effettivamente potrebbero fare) ma che neache iniziano perchè non sono disposti a soffrire.
Ora mi fermo sennò gli asini in questione scambiano i miei sproloqui come un elogio e per la prossima maratona si allenano ancora meno.
Non c'è una morale, era solo una constatazione. Una sorta di buonismo mascherato da auto-esaltazione del gruppo.
Per dirla in termini semplici: bravi tutti.
Ah, la prossima nostra maratona pare sarà a Tromso, in Norvegia.
Ma questa è un'altra storia.

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