lunedì 10 novembre 2014

Mezza maratona di Amsterdam

Ho chiesto a dei cari amici - che hanno partecipato per la prima volta ad una gara - di scrivere le loro emozioni e di raccontare la loro esperienza. Ecco quindi il racconto di Federica che, insieme al proprio ragazzo Carlo, ha partecipato poche settimane fa, dopo mesi di allenamenti, alla mezza maratona di Amsterdam. Poche righe che racchiudono tante emozioni e tanto entusiasmo: correre solo per divertirsi, senza pensare ad altro. 
Quello che conta è il divertimento!
Bravi ragazzi, lo spirito è proprio quello giusto.

"Domenica mattina, suona la sveglia, è ora di alzarsi, un sole meraviglioso e vento, ovviamente, siamo ad Amsterdam. Il primo pensiero: ok, non mi fa male nulla a parte la gola, ma è da qualche giorno che mi porto dietro questo inizio di influenza, quindi… si parte, si parte, finalmente è arrivato il giorno: colazione e poi via, non vedo l’ora di raggiungere lo stadio e iniziare la mia prima Mezza Maratona!!
L’emozione già dal mattino si fa sentire, accendiamo la televisione, c’è la diretta, guardiamo la partenza della Maratona (la Mezza infatti è alle 13.30), seguiamo i runner, c’è un sacco di gente sulla strada e loro sono delle schegge. Torniamo alla nostra colazione, mille dubbi su cosa mangiare, o meglio quanto, cosa indossare, se ci sarà freddo o no… in ogni caso pantaloncini e maglietta, scarpe e via, usciamo. Andiamo verso lo stadio, in città parecchia gente è in tenuta da corsa…è bellissimo, sai che dopo poco correrai con tutte quelle persone. Arriviamo allo stadio e il clima è meraviglioso, gente che va in tutte le direzioni, chi ha appena finito la 10km sfoggia con orgoglio la medaglia: bambini, famiglie, ragazzi. Poi gli sguardi si incrociano con chi è ancora fresco, che come noi aspetta la Mezza Maratona, c’è gente di tutti i tipi, ragazze e ragazzi in forma, ma anche qualcuno più in là con gli anni e penso… tutti questi mesi di allenamento, ce la faremo?
Entriamo nello stadio olimpico dalle tribune…che spettacolo, i maratoneti stanno arrivando, ci siamo persi l’arrivo dei primi per qualche minuto, ma vediamo la prima donna tagliare il traguardo, ancora più significativo e d’esempio… ci sediamo, è un’emozione incredibile, solo vedere tutti gli atleti arrivare, vedere la felicità e la soddisfazione personale e vedere che ci sono così tante persone ad applaudirli, ad incoraggiarli e a sostenerli mi fa quasi commuovere…chissà se anche quando arriveremo noi ci sarà qualcuno…
Purtroppo il vento porta molte nuvole, inizia a piovere, cerchiamo riparo, partire già bagnati non ci sembra il caso…attacchiamo il pettorale sulla maglietta, non l’avevo mai fatto, sto davvero per partecipare ad una corsa, mi rendo conto che manca davvero poco alla partenza e continuo a guardare l’ora, quasi avessi paura di arrivare tardi al via. Bene, smette di piovere, ci dirigiamo verso la partenza insieme ad altre quindicimila persone, allaccio le scarpe duecento volte, troppo strette, troppo larghe… La tensione, quella bella, e l’impazienza ormai fanno parte di me… ho una gran voglia di correre! Mi guardo intorno, un clima splendido, sorrisi e risate, tutti in attesa. Finalmente iniziamo a camminare, la porta dello Start si avvicina, mancano pochi metri e via…si parte!!! L’emozione si trasforma in forza nelle gambe, sembra di volare, iniziamo la nostra prima Mezza Maratona. I primi chilometri sono pieni di energia e di carica. Sul tragitto ci sono stazioni musicali ad ogni angolo, ognuna con ritmi differenti che mi caricano di adrenalina e di energia, come lo striscione “free energy” scritto da un ragazzo vestito da Biancaneve. Questo è stato per me la Mezza Maratona di Amsterdam: musica, allegria, felicità e tanta gente diversa che corre, solamente corre, con lo stesso scopo, con la stessa passione, una gara individuale che viene condivisa da tanti sconosciuti che in quel momento sembra siano tutti amici.
Durante la corsa raffiche di vento e pioggerellina infastidiscono un po’, gli ultimi chilometri sono parecchio duri, forse li avevo sottovalutati, ma la gente ai lati del percorso e il contesto ci aiutano a mettere un piede davanti all’altro. Lo stadio olimpico si avvicina…finalmente entriamo, mi viene quasi da chiedere permesso e da entrare in punta dei piedi, il fondo cambia e si sente la differenza al passo, gli spalti sono carichi, la gente applaude, incita, la musica è alta…tutti sono concentrati per vedere noi e altre quindicimila persone arrivare. Il traguardo è lì, ci avviciniamo, ci stringiamo la mano, gli ultimi passi e in un attimo è finita. È quasi più dura fermarsi che continuare, è incredibile. La soddisfazione che sale dalla pista, attraversa tutto il corpo e arriva prima al cuore e poi alla testa è fortissima. Poi c’è la medaglia… e allora capiamo che l’abbiamo fatto davvero!
Un’esperienza emozionante, incredibile, intensa e strepitosa. Non credevo potesse dare tutte queste emozioni e questa carica una corsa. E poi, dopo tutti gli allenamenti fatti insieme, arrivare al traguardo stringendo la mano del mio ragazzo è stato ancora più importante.
E ora, tornati a Verona, si ricomincia a correre, semplicemente correre. Un passo davanti all’altro, il respiro che raggiunge il suo ritmo, i pensieri che come i passi si mettono in fila e trovano il loro ordine, e solo una strada dritta davanti. Certo, dopo un po’ bisogna girarsi e tornare indietro, ma i pensieri e i progetti possono continuare ad andare avanti. Quindi? Qual è la prossima sfida?"

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