Ho chiesto a dei cari amici - che hanno partecipato per la prima volta ad una gara - di scrivere le loro emozioni e di raccontare la loro esperienza. Ecco quindi il racconto di Federica che, insieme al proprio ragazzo Carlo, ha partecipato poche settimane fa, dopo mesi di allenamenti, alla mezza maratona di Amsterdam. Poche righe che racchiudono tante emozioni e tanto entusiasmo: correre solo per divertirsi, senza pensare ad altro.
Quello che conta è il divertimento!
Bravi ragazzi, lo spirito è proprio quello giusto.
Quello che conta è il divertimento!
Bravi ragazzi, lo spirito è proprio quello giusto.
"Domenica mattina, suona la sveglia, è ora
di alzarsi, un sole meraviglioso e vento, ovviamente, siamo ad Amsterdam. Il
primo pensiero: ok, non mi fa male nulla a parte la gola, ma è da
qualche giorno che mi porto dietro questo inizio di influenza, quindi… si
parte, si parte, finalmente è arrivato il giorno: colazione e poi
via, non vedo l’ora di raggiungere lo stadio e
iniziare la mia prima Mezza Maratona!!
L’emozione già dal
mattino si fa sentire, accendiamo la televisione, c’è la
diretta, guardiamo la partenza della Maratona (la Mezza infatti è alle
13.30), seguiamo i runner, c’è un sacco di gente sulla strada e loro
sono delle schegge. Torniamo alla nostra colazione, mille dubbi su cosa
mangiare, o meglio quanto, cosa indossare, se ci sarà freddo
o no… in ogni caso pantaloncini e maglietta, scarpe e via,
usciamo. Andiamo verso lo stadio, in città parecchia
gente è in tenuta da corsa…è bellissimo, sai che dopo poco correrai
con tutte quelle persone. Arriviamo allo stadio e il clima è meraviglioso,
gente che va in tutte le direzioni, chi ha appena finito la 10km sfoggia con
orgoglio la medaglia: bambini, famiglie, ragazzi. Poi gli sguardi si incrociano
con chi è ancora fresco, che come noi aspetta la Mezza Maratona, c’è gente
di tutti i tipi, ragazze e ragazzi in forma, ma anche qualcuno più in
là con gli anni e penso… tutti questi mesi di allenamento, ce
la faremo?
Entriamo nello stadio olimpico dalle tribune…che
spettacolo, i maratoneti stanno arrivando, ci siamo persi l’arrivo
dei primi per qualche minuto, ma vediamo la prima donna tagliare il traguardo,
ancora più significativo e d’esempio… ci
sediamo, è un’emozione incredibile, solo vedere
tutti gli atleti arrivare, vedere la felicità e
la soddisfazione personale e vedere che ci sono così tante
persone ad applaudirli, ad incoraggiarli e a sostenerli mi fa quasi commuovere…chissà se
anche quando arriveremo noi ci sarà qualcuno…
Purtroppo il vento porta molte nuvole, inizia a piovere,
cerchiamo riparo, partire già bagnati non ci sembra il caso…attacchiamo
il pettorale sulla maglietta, non l’avevo mai fatto, sto davvero per
partecipare ad una corsa, mi rendo conto che manca davvero poco alla partenza e
continuo a guardare l’ora, quasi avessi paura di arrivare
tardi al via. Bene, smette di piovere, ci dirigiamo verso la partenza insieme
ad altre quindicimila persone, allaccio le scarpe duecento volte, troppo
strette, troppo larghe… La tensione, quella bella, e l’impazienza
ormai fanno parte di me… ho una gran voglia di correre! Mi
guardo intorno, un clima splendido, sorrisi e risate, tutti in attesa.
Finalmente iniziamo a camminare, la porta dello Start si avvicina, mancano
pochi metri e via…si parte!!! L’emozione si
trasforma in forza nelle gambe, sembra di volare, iniziamo la nostra prima
Mezza Maratona. I primi chilometri sono pieni di energia e di carica. Sul
tragitto ci sono stazioni musicali ad ogni angolo, ognuna con ritmi differenti
che mi caricano di adrenalina e di energia, come lo striscione “free
energy” scritto da un ragazzo vestito da Biancaneve. Questo è stato
per me la Mezza Maratona di Amsterdam: musica, allegria, felicità e
tanta gente diversa che corre, solamente corre, con lo stesso scopo, con la
stessa passione, una gara individuale che viene condivisa da tanti sconosciuti
che in quel momento sembra siano tutti amici.
Durante la corsa raffiche di vento e pioggerellina
infastidiscono un po’, gli ultimi chilometri sono parecchio
duri, forse li avevo sottovalutati, ma la gente ai lati del percorso e il
contesto ci aiutano a mettere un piede davanti all’altro. Lo stadio
olimpico si avvicina…finalmente entriamo, mi viene quasi da
chiedere permesso e da entrare in punta dei piedi, il fondo cambia e si sente
la differenza al passo, gli spalti sono carichi, la gente applaude, incita, la
musica è alta…tutti sono concentrati per vedere noi
e altre quindicimila persone arrivare. Il traguardo è lì,
ci avviciniamo, ci stringiamo la mano, gli ultimi passi e in un attimo è finita.
È quasi più dura fermarsi che continuare, è incredibile.
La soddisfazione che sale dalla pista, attraversa tutto il corpo e arriva prima
al cuore e poi alla testa è fortissima. Poi c’è la
medaglia… e allora capiamo che l’abbiamo fatto
davvero!
Un’esperienza emozionante, incredibile,
intensa e strepitosa. Non credevo potesse dare tutte queste emozioni e questa
carica una corsa. E poi, dopo tutti gli allenamenti fatti insieme, arrivare al
traguardo stringendo la mano del mio ragazzo è stato
ancora più importante.
E ora, tornati a Verona, si ricomincia a correre, semplicemente
correre. Un passo davanti all’altro, il respiro che raggiunge il suo
ritmo, i pensieri che come i passi si mettono in fila e trovano il loro ordine,
e solo una strada dritta davanti. Certo, dopo un po’ bisogna
girarsi e tornare indietro, ma i pensieri e i progetti possono continuare ad
andare avanti. Quindi? Qual è la prossima sfida?"
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