Ogni spesso mi incazzo e quindi mi soffermo a riflettere sul problema del momento.
Presto è detta la fonte del mio attuale infastidimento giornaliero.
Nel luogo in cui andiamo a correre più spesso (lungo l'Adige), incontro ultimamente, con la bella stagione che purtroppo avanza inesorabile, un enorme problema.
La maleducazione e la prepotenza.
Mi spiego.
Il percorso si caratterizza dal fatto che solo su un lembo di marmo - largo circa mezzo metro - si riesce ad appoggiare tranquillamente un piede davanti all'altro senza rischiare di incappare in buche enormi, fiumi di acqua di fogna, topi e sassi di ogni forma e dimensione.
Il problema che ne deriva è dunque semplice: quando si incontra qualcuno che viene nel senso opposto chi si deve spostare e dare strada?
Senza presunzione di sorta dico che la precedenza spetta al più forte.
Non nel senso che bisogna scontrarsi, prendersi a schiaffoni e gettare il perdente nel fiume (anche se non sarebbe male come idea), ma nel senso che chi sta compiendo un evidente allenamento più inteso ed impegnativo meriterebbe di poter proseguire senza dover schivare persone che camminano o che corrono alla velocità di un bradipo storpio.
Ovviamente non è così.
Anzi è il contrario.
Le persone semplicemente se ne fregano e, anzi, gli unici che danno la precedenza sono altri runners che anche loro stanno utilizzando le ultime energie residue della giornata per portare a termine il loro allenamento.
Con ciò non voglio assolutamente dire che il runner "di professione" ha più diritti o è più bravo e bello degli altri, ma semplicemente vorrei rivolgere una preghiere a tutti coloro che incontrano un podista tutto preso dal suo allenamento e dalle sue ripetute: fatelo passare e lui ve ne sarà grato per tutti i secoli dei secoli.
Se siete di Verona e non ascolterete questa preghiera portatevi dietro un salvagente o, meglio ancora, fatevi accompagnare dal buon vecchio inossidabile Mitch Buchannon, perchè non avrò più pietà di voi.
Anzi, lasciate stare il capo bagnino e corricchiate con la gommosa Pamela, un salvagente umano.
Pace e bene fratelli, pace e bene.
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