giovedì 9 giugno 2011

Considerazioni socio-sportive

Sull'ultimo numero di Runner's world appare un articolo sul parco aperto all'Alpe di Siusi (provincia di Bolzano).
Il luogo è un nota meta invernale per lo sci da discesa su piste facili e per famiglie oltre che per gli appassionati dello sci da fondo.
Vista la moda che ha scuscitato il running negli ultimi tempi, gli esperti albergatori locali devono aver pensato di poter sfruttare quelli che d'inverno sono percorsi per lo sci da fondo per il running, ed hanno creato un "running park".
In effetti non credo abbiano dovuto fare molto di più che piantare qualche cartello... anch'io dalle mie parti corro sempre su quella che d'inverno è la pista da fondo: non ci vuole certo un genio per capire che se va bene per camminare è adatta anche per correre!
In ogni caso il fiorire di queste iniziative è frutto della nuova domanda di mercato. La gente sente oggi il bisogno di natura e di sport, probabilmente per evadere dagli aridi contesti cittadini.
La proposta dell'Alpe di Siusi non è certo un caso isolato. Basti pensare al successo di cui stanno godendo sport storicamente di nicchia come il trail running, l'arrampicata, lo sci alpinismo o altre proposte turistiche come quella del Sellaronda.
"Indignez-vous"(indignatevi), scrive Stéphan Hessel, ispiratore del movimento degli "indignados" che stanno occupando le piazze spagnole e già co-estensore della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948.
Anche la ricerca della natura, del contatto fisico ed animale con gli elementi, dello sforzo fisico come catarsi sono probabilmente indizio della stessa ribellione ad un mondo che si è rivelato non essere a nostra misura.

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