Comincio la narrazione dicendovi che St. Louis sorge su un'isola collegata alla terra ferma da un ponte a forma di torre Eiffel (n.d.r. non è vero, ma non ditelo alla nostra guida senegalese).
Su questa pittoresca isola sorgono moltissimi palazzi in vecchio, molto vecchio, stile coloniale e il nostro albergo non è risultato essere da meno.
Tutto bello e suggestivo, peccato solo per l'elevatissimo tassa di umidità che aveva reso i vetri della finestra simili a quelli di un box doccia appena utilizzato e il copriletto assomigliava ad un mocho vileda non ancora strizzato. Considerando che avremmo soggiornato qui per due notti, la prima domanda che ci siamo posti è stata come avremmo fatto ad asciugare i nostri indumenti profumati. La risposta ce la saremmo dati il giorno seguente: tutto è rimasto bagnato, così come appena lavato. Tralasciando questo aspetto, tutti i nostri pensieri erano costantemente rivolti alla tappa che avremmo percorso il giorno successivo: la famigerata maratona nella savana.
La sveglia puntata alle 4.30 e la notte è passata senza intoppi.
Su questa pittoresca isola sorgono moltissimi palazzi in vecchio, molto vecchio, stile coloniale e il nostro albergo non è risultato essere da meno.
Tutto bello e suggestivo, peccato solo per l'elevatissimo tassa di umidità che aveva reso i vetri della finestra simili a quelli di un box doccia appena utilizzato e il copriletto assomigliava ad un mocho vileda non ancora strizzato. Considerando che avremmo soggiornato qui per due notti, la prima domanda che ci siamo posti è stata come avremmo fatto ad asciugare i nostri indumenti profumati. La risposta ce la saremmo dati il giorno seguente: tutto è rimasto bagnato, così come appena lavato. Tralasciando questo aspetto, tutti i nostri pensieri erano costantemente rivolti alla tappa che avremmo percorso il giorno successivo: la famigerata maratona nella savana.
La sveglia puntata alle 4.30 e la notte è passata senza intoppi.
Dopo il risveglio alle ore 4.30 e la solita colazione del campione - unico pranzo della giornata privo di verdure crude - ci hanno portato in pullman alla partenza.
I piani erano molto semplici: sapevamo che questa sarebbe stata la nostra gara e per questo volevamo partire forti. Lo start era fissato per le 8, così da evitare il caldo africano, ma era evidente a tutti che avremmo patito le pene dell'inferno.
A circa 45 minuti dal via, abbiamo visto partire i temerari della formula camminatori. Sono tutti ben organizzati e temo che oggi si divertiranno più di noi.
I piani erano molto semplici: sapevamo che questa sarebbe stata la nostra gara e per questo volevamo partire forti. Lo start era fissato per le 8, così da evitare il caldo africano, ma era evidente a tutti che avremmo patito le pene dell'inferno.
A circa 45 minuti dal via, abbiamo visto partire i temerari della formula camminatori. Sono tutti ben organizzati e temo che oggi si divertiranno più di noi.
Allo sparo partiamo bene e scavalchiamo i primi due km di sabbia con agilità. Il percorso diventa poi sterrato con due o tre centimetri di sabbia soffice su una base più solida. Su questo fondo diamo molto - forse troppo - e raggiungiamo i 10km con una certa scioltezza ad una media di 5e30 min/km.
Tutto sembra andare per il meglio quando, quasi al ventesimo, comincio a sentire un fastidioso dolore muscolare. Vedo che il Bia ne ha e quindi lo esorto a rompere la promessa che ci siamo fatti prima di partire, chiedendogli di proseguire da solo. Dopo poco cominciano i crampi e al ventisettesimo, con una temperatura attorno ai 40°, decido di rallentare e mettere il cappello bianco al fine di evitare insolazioni. Da li, fino alla fine, ho alternato tratti di corsa lenta alla camminata veloce.
Tutto sembra andare per il meglio quando, quasi al ventesimo, comincio a sentire un fastidioso dolore muscolare. Vedo che il Bia ne ha e quindi lo esorto a rompere la promessa che ci siamo fatti prima di partire, chiedendogli di proseguire da solo. Dopo poco cominciano i crampi e al ventisettesimo, con una temperatura attorno ai 40°, decido di rallentare e mettere il cappello bianco al fine di evitare insolazioni. Da li, fino alla fine, ho alternato tratti di corsa lenta alla camminata veloce.
Nonostante tutto vedo che nessuno mi supera e intorno a me la scena è idilliaca. La vegetazione e brulla e ogni tanto si attraversano piccoli villaggi di capanne.
E' qui che vedo la vera Africa! Bambini con un sorriso a 80 denti (tra l'altro bianchissimi e catarinfrangenti) mi salutano in francese, mi chiedono come mi chiamo e corrono con me dandomi la mano.
L'emozione è tantissima, nonostante la fatica, il dolore e il calore. Mi destreggio nonostante la consapevolezza che i prossimi 10 - 11 km li avrei percorsi subendo il dolore dei crampi in un tempo di un'ora e mezza o due.
E' qui che vedo la vera Africa! Bambini con un sorriso a 80 denti (tra l'altro bianchissimi e catarinfrangenti) mi salutano in francese, mi chiedono come mi chiamo e corrono con me dandomi la mano.
L'emozione è tantissima, nonostante la fatica, il dolore e il calore. Mi destreggio nonostante la consapevolezza che i prossimi 10 - 11 km li avrei percorsi subendo il dolore dei crampi in un tempo di un'ora e mezza o due.
Ogni tanto pensavo al Bia e per far passare il tempo proiettavo la velocità con cui avevamo percorso assieme la prima metà della gara, stimando il distacco finale che a mano a mano avrei accumulato. Devo dire che questo giochino mi ha impegnato non poco e così, in quattro ore e quaranta minuti sono passato sotto il gonfiabile con la scritta "Arrivo". Il bia era arrivato circa venti minuti prima di me e mi ha confortato vedere che anche lui, come me, era letteralmente a pezzi.
La scena che mi si presentava davanti, dopo la secchiata di acqua gettatami dal medico, è stata di un manipolo di uomini mezzi nudi sdraiati sotto un gazebo. La persona che mi è rimasta impressa maggiormente è stato un russo, bianchissimo, sdraiato per terra in preda ai crampi con una smorfia orribile di dolore. Sono passato a più riprese vicino a lui e posso garantirvi che è rimasto in quelle condizioni per almeno un'ora e mezza, senza muoversi.
Per concludere abbiamo avuto il permesso di farci una doccia con l'acqua di una bacinella riempita in un vicino pozzo e di rilassarci con impacchi di ghiaccio.
A seguire pranzo con menù speciale post-gara: pesce raffermo, stracotto di pecora, verdure crude varie, cus cus e riso in bianco.
Tutti i sopravvissuti sui pullman pronti per la terza tappa.
La scena che mi si presentava davanti, dopo la secchiata di acqua gettatami dal medico, è stata di un manipolo di uomini mezzi nudi sdraiati sotto un gazebo. La persona che mi è rimasta impressa maggiormente è stato un russo, bianchissimo, sdraiato per terra in preda ai crampi con una smorfia orribile di dolore. Sono passato a più riprese vicino a lui e posso garantirvi che è rimasto in quelle condizioni per almeno un'ora e mezza, senza muoversi.
Per concludere abbiamo avuto il permesso di farci una doccia con l'acqua di una bacinella riempita in un vicino pozzo e di rilassarci con impacchi di ghiaccio.
A seguire pranzo con menù speciale post-gara: pesce raffermo, stracotto di pecora, verdure crude varie, cus cus e riso in bianco.
Tutti i sopravvissuti sui pullman pronti per la terza tappa.
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