mercoledì 26 marzo 2014

Perchè corriamo?

Prepararsi per correre la 100 km del Passatore e la CCC dell'Ultra Trail del Monte Bianco mi ha fatto riscoprire la passione per la corsa, una passione che stavo perdendo a causa di allenamenti orribili, sempre uguali, sempre negli stessi posti e sempre con l'ansia di dover tornare a casa cinque minuti prima.
Da un paio di mesi qualcosa è cambiato: gli allenamenti per sopravvivere a quelle due gare sono per forza di cose lunghi (anzi, lunghissimi..) e quindi, volente o nolente, sono stato costretto a prendermi molto più tempo per portarli a termine.
La conseguenza è stata inaspettata: di nuovo mi dedico alla corsa per divertirmi, per andare in posti nuovi anche solo dietro casa, per sfidare me stesso, per guardarmi intorno e per ascoltare le sensazioni del mio corpo.
Corro per il gusto di correre.
La colpa dell'involuzione che ho subìto passivamente è sicuramente mia, ma credo che una piccola percentuale di responsabilità sia riscontrabile nel fatto che la corsa è uno sport che sta perdendo valore e ciò anche a causa dell'aumento spropositato di chi lo pratica solo perchè va di moda o solo per adempiere ad un qualche obbligo dietetico o psicologico.
Questo -per una sorta di inspiegabile principio dei vasi comunicanti o per una specie di snobbismo settecentesco- mi ha fatto semplicemente passare la voglia.
Il nesso di causalità può sembrare folle, ma per me è stato abbastanza diretto: allenamenti brutti + troppi runners della domenica = niente più passione.
Il problema, sia chiaro, non è degli altri che possono fare quello che vogliono, ma è mio ed è dato dal fatto che sono uno psicopatico che ama correre.
La corsa, purtoppo, è uno sport che viene svalutato e poco considerato rispetto a molti altri più famosi come calcio, tennis, sci, pallavolo o basket e ciò per una semplice ragione: tutti possono correre. Basta indossare un paio di scarpe per diventare un runner. Certo chiunque può sciare, giocare a calcio o a tennis o a pallavolo, però lì la tecnica la fa -giustamente- da padrona: se non sei capace non hai speranze. Sei fuori.
Per correre invece, secondo il pensiero comune, basta mettere un piede davanti all'altro.
Ma non è così. 
La corsa, come tutti gli sport, è una questione di testa, non di gambe.
La soluzione che mi ha fatto davvero bene è stata quella di "isolarmi" un po' in percorsi diversi e, per quanto possibile, fuori dalla città e dalle rotte commerciali.
Sto ritrovando la pace, la voglia e la passione.
E non è poco.

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