Non è facile continuare ad avere motivazione dopo le gare autunnali, quando gli obiettivi agonistici sono molto distanti, comincia a fare freddo e le giornate si accorciano drammaticamente. Verrebbe automatico tirare i remi in barca ed aspettare fino a febbraio, quando però sarebbe troppo tardi per ricominciare in vista di un evento primaverile.
Quest'anno ho trovato conforto nell'autobiografia di Bill Rodgers, atleta americano pluricampione alla maratona di Boston e New York tra il 1975 ed il 1980. Immagino che molti leggendo il titolo del post abbiano pensato a Dean Karnazes, ma credetemi qui siamo ad un altro livello (verso l'alto): vincere quattro volte Boston e quattro volte New York è un'impresa irripetibile, pertanto penso che nessuno meglio del vecchio Bill possa rappresentare il "Marathon Man".
Obiettore di coscienza negli anni del Vietnam, il laureato Bill rimane folgorato dalla vittoria di Frank Shorter nella maratona olimpica del 1972. Così, tra lavori duri e sottopagati, rimette le scarpette con cui correva all'università e ricomincia a correre con l'obiettivo di vincere la maratona di Boston. Solo nel 1975, questo ragazzo che insegue il suo sogno con la spontaneità di un amatore come noi, ce la farà. Correrà, come fosse il Libro Cuore, vestendo una maglietta scritta a mano che riporta il nome del suo team di laureati squattrinati.
Insomma: una storia d'altri tempi, incomparabilmente più belli degli attuali.
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