La risposta è sicuramente no.
Mi spiego.
Martedì sera mi trovo con Cappa per andare a percorrere 14km in totale allegria. Tutto bene se non fosse per la pioggia ininterrotta che dal primo all'ultimo minuto dell'allenamento si abbatte inesorabile sulle nostre teste.
Il mio compare, ovviamente, mi ha maledetto anche in sanscrito perchè l'ho costretto all'uscita promettendogli un big mac ogni km. Promessa non mantenuta causa impossibilità di Mr. McDonald nel far pervenire a Verona i pregiati panini; il buon Cappa, infatti, mangia solo ed esclusivamente gli hamburger preparati dalle mani del vecchio Ronald, il quale li fa arrivare in giornata dagli Usa grazie a DHL. La spesa è alta, ma il rientro dal punto di vista del sapore è impagabile.
Le sue lamentele, comunque, hanno messo in moto il mio encefalo il quale, premesso che non ci si può sempre lamentare per partito preso, ha prodotto il seguente interrogativo: "Meglio correre col caldo o con la pioggia?"
Partendo dal presupposto che le condizioni climatiche perfette per il runner probabilmente non esistono e mai esisteranno la scelta risulta essere semplice, specialmente per uno come me la cui avversione per l'estate è ormai leggendaria.
Io non mi posso infatti dolere dell'acqua che scende copiosa dalla volta celeste per una questione di prestazioni: fino a due settimane fa le mie uscite sportive venivano quotidianamente violentate dalla calura e dall'umidità estiva, in questi giorni, invece, i tempi sono buoni e la gambe vanno che è una meraviglia.
Quindi ben vengano i temporali.
Sulle strade, poi, c'è poca gente che corre: circa un milionesimo in meno di quella che si trova in giugno (fonte: Istat).
Infine, ultimo ma non meno importante dato di fatto inconfutabile, non dimentichiamo che grazie a pioggia, freddo, vento e buio, l'allenamento serale comincia a diventare solo ed esclusivamente per uomini che ce l'hanno lungo. Come clodrunner (vedi post precedente n.d.r.).
I deboli possono pure tornare in letargo, è arrivata la stagione degli immortali.
Mi spiego.
Martedì sera mi trovo con Cappa per andare a percorrere 14km in totale allegria. Tutto bene se non fosse per la pioggia ininterrotta che dal primo all'ultimo minuto dell'allenamento si abbatte inesorabile sulle nostre teste.
Il mio compare, ovviamente, mi ha maledetto anche in sanscrito perchè l'ho costretto all'uscita promettendogli un big mac ogni km. Promessa non mantenuta causa impossibilità di Mr. McDonald nel far pervenire a Verona i pregiati panini; il buon Cappa, infatti, mangia solo ed esclusivamente gli hamburger preparati dalle mani del vecchio Ronald, il quale li fa arrivare in giornata dagli Usa grazie a DHL. La spesa è alta, ma il rientro dal punto di vista del sapore è impagabile.
Le sue lamentele, comunque, hanno messo in moto il mio encefalo il quale, premesso che non ci si può sempre lamentare per partito preso, ha prodotto il seguente interrogativo: "Meglio correre col caldo o con la pioggia?"
Partendo dal presupposto che le condizioni climatiche perfette per il runner probabilmente non esistono e mai esisteranno la scelta risulta essere semplice, specialmente per uno come me la cui avversione per l'estate è ormai leggendaria.
Io non mi posso infatti dolere dell'acqua che scende copiosa dalla volta celeste per una questione di prestazioni: fino a due settimane fa le mie uscite sportive venivano quotidianamente violentate dalla calura e dall'umidità estiva, in questi giorni, invece, i tempi sono buoni e la gambe vanno che è una meraviglia.
Quindi ben vengano i temporali.
Sulle strade, poi, c'è poca gente che corre: circa un milionesimo in meno di quella che si trova in giugno (fonte: Istat).
Infine, ultimo ma non meno importante dato di fatto inconfutabile, non dimentichiamo che grazie a pioggia, freddo, vento e buio, l'allenamento serale comincia a diventare solo ed esclusivamente per uomini che ce l'hanno lungo. Come clodrunner (vedi post precedente n.d.r.).
I deboli possono pure tornare in letargo, è arrivata la stagione degli immortali.
Nessun commento:
Posta un commento