E' tutto un disastro: non sto correndo, non sto migliorando, sto ingrassando.
Se aggiungessi che ho l'acne, mi sento brutta e i miei compagni di scuola non mi considerano, sembrerebbero i piagnistei di un'adolescente.
Invece ho solo passato un'influenza di virulenza estrema, magnitudo X della scala Mercalli (completamente distruttiva: crollo della maggior parte degli edifici in pietra; spaccature evidenti nel terreno). Con 39.5°C non riuscivo a leggere, né a guardare la tv, né ad alzarmi in piedi. Soltanto nei momenti in cui i cocktail di medicinali avevano effetto potevo accendere la radio e ad ascoltare le pessime notizie di questi giorni.
Stavo per perdere tutto, quando l'unica possibile fonte di luce e di speranza mi ha guidato verso l'uscita del tunnel.
La Lessomania mi è apparsa in sogno: la serata organizzata da tempo e per tempo dedicata esclusivamente alla cucina dei bolliti della tradizione veronese.
I sogni non hanno deluso l'attesa. Decinaia animali si sono immolati per soddisfare le gole profonde degli amici sportivi e non sportivi che hanno partecipato all'evento.
La guarigione e la salvezza eterna, comunque, sono arrivate prima della cena, al momento della preparazione della pearà: Bia la stava preparando per tutti in un paiolo di origine egiziana ed io ci sono caduto dentro, diventando invincibile.
sto preparando pastiglioni di pearà da usare per superare la crisi del trenracinquesimo km
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