Eravamo rimasti ai problemi intestinali del nostro Cappa e proprio da questi problemi vorrei ripartire.
Argomento scottante per tutti.
Anzi più che scottante direi puzzolente.
Al canto del gallo eravamo già tutti attivi e con le pupille dilatate dalla troppe trasfusioni di carboidrati fatte durante il sonno.
Inizia il solito rito: fette biscottate con marmellata più qualche sorso di ottimo succo di frutta derivante da originali arance sicule appena colte.
Dopo il cibo eccoci all'argomento scottante di cui sopra: inizia la processione dalla tazza della colazione alla tazza del cesso. Fare una maratona col rischio di farsela addosso non è prospettiva allettante per nessuno e così ognuno si è recato alla toilette utilizzando i sistemi più strani per riuscire a scaricarsi. Clod, ad esempio, l'ha fatta nel lavandino perchè abituato così.
Ecco che Cappa entra in bagno, parte una musica di sottofondo stile Morricone che fa salire la tensione, tutti preghiamo per lui.
Nessuno sa cosa sia successo là dentro, sta di fatto che è uscito in modalità gara e al gruppo andava bene così.
Dopo la solita metropolitana arriviamo alla partenza dove non si capisce niente, disorganizzazione totale. La gente si mette a caso e noi, per non essere da meno, facciamo altrattanto. Ma uno di noi, sempre lui, stizzito dal disordine inizia a girare da solo per la griglia di partenza modello Diavoletto della Tasmania finchè non trova il proprio posto.
Siamo pronti. Si parte.
I cannoni hanno fatto bang (Max Pezzali sempre con noi)!
Fin da subito ognuno va del suo ritmo com'è normale, io e Cappa rimaniamo un po' assieme, mi sentivo il dovere morale di scortarlo all'interno della sua prima maratona, non si sa mai, magari vede un Mc Donalds lungo la strada e si ferma.
Già all'ottavo km però anche noi due ci separiamo.
Senza musica nè compagni di viaggio il pensiero va oltre. Oltre. Oltre. Va al traguardo, dove volete che vada. Due palle correre da soli per più di 30 km!!!
Tra un lente a contatto che si sposta e qualche collisione ai punti di ristoro tutto procede bene. 5'15" al km. Il ritmo che volevo lo sto facendo e senza tanti affanni arrivo al km 30.
Siamo nel parco appena fuori Vienna che circonda Shonbrunn e qui per una decina di km si fa una specie di circuito.
Mi metto in mezzo alla strada sia all'andata che al ritorno per cercare di vedere i miei compatrioti.
Vedo il primo, gazzella-clod, ed emetto un urlo che doveva essere il suo nome. Sentendo una voce amica alza lo sguardo dall'asfalto e con una faccia stile Gomes della famiglia Adams mi urla a sua volta: "Ehi! Grande!". Riabbassa la sguardo e continua.
Qualche km dopo ecco anche Cappa. lo vedo da lontano. Corre in mezzo anche lui, occhiale da sole aggressivo, musica nelle orecchie, petto nudo e teschio tatuato sul bicipite sinistro.
Ci incrociamo urlandoci improperi di ogni genere, ci diamo un sonoro high five e via!
Arrivo al km 35 e comincia a finire la benzina.
Solita storia.
Stavolta però non avevo fatto lo spavaldo prima, mi ero gestito meglio.
Rallento di una ventina di secondi al chilometro e imbocco finalmente il giardino dell'Hoffsburg.
Entro da imperatore nella reggia degli imperatori.
Taglio il traguardo in 3 h e 46 min. Scoprirò più tardi che il vecchio Clod ha polverizzato ogni record attestandosi sulle 3 h e 23 min!
Quello davanti a me vomita.
Acqua, banana e mi accascio al suolo.
Cerco facce amiche, non trovo nessuno. Ad un certo punto un bagliore di luce: Cappa! O meglio quel che ne resta.
Un uomo distrutto, sfinito, con le gambe a pezzi ma con un tempo di tutto rispetto (3h e 55min)!
Piano e senza fretta andiamo a prendere la metro, incontriamo anche il recordman!
Bacci e abbracci, grande gioia. Ora resta una grande preoccupazione: il Generàl!
La preoccupaizone dura poco, arriviamo in stanza e lui sta uscendo dalla doccia. Ferito ma vivo e medagliato.
Ci racconta una storia, la storia di un uomo che voleva vincere, la storia di un uomo con molti nemici, la storia di un uomo che al km 25 è stato assalito dal peggiore dei nemici: i crampi.
Proprio così.
Ha resistito agli attacchi di oppositori politici e di sottoposti che l'han tradito, ma contro i dolori neanche un Generale può farcela. Con lo sguardo fiero di chi non esce mai sconfitto ci dichiara: "alla Maratona di Porto polverizzo ogni record".
Questo è un vero Generàl.
Fatta la gara e ossequiato il nostro condottiero resta solo da mangiare. Tanto.
Ricordi confusi di double whopper e Wiener Schinitzel giganti aleggiano nella mia mente. Poi chiudo gli occhi, li riapro e sono davanti ad una fetta di Sacher.
Anche Vienna è caduta sotto la nostra dominazione.
Avanti con la prossima impresa.
Argomento scottante per tutti.
Anzi più che scottante direi puzzolente.
Al canto del gallo eravamo già tutti attivi e con le pupille dilatate dalla troppe trasfusioni di carboidrati fatte durante il sonno.
Inizia il solito rito: fette biscottate con marmellata più qualche sorso di ottimo succo di frutta derivante da originali arance sicule appena colte.
Dopo il cibo eccoci all'argomento scottante di cui sopra: inizia la processione dalla tazza della colazione alla tazza del cesso. Fare una maratona col rischio di farsela addosso non è prospettiva allettante per nessuno e così ognuno si è recato alla toilette utilizzando i sistemi più strani per riuscire a scaricarsi. Clod, ad esempio, l'ha fatta nel lavandino perchè abituato così.
Ecco che Cappa entra in bagno, parte una musica di sottofondo stile Morricone che fa salire la tensione, tutti preghiamo per lui.
Nessuno sa cosa sia successo là dentro, sta di fatto che è uscito in modalità gara e al gruppo andava bene così.
Dopo la solita metropolitana arriviamo alla partenza dove non si capisce niente, disorganizzazione totale. La gente si mette a caso e noi, per non essere da meno, facciamo altrattanto. Ma uno di noi, sempre lui, stizzito dal disordine inizia a girare da solo per la griglia di partenza modello Diavoletto della Tasmania finchè non trova il proprio posto.
Siamo pronti. Si parte.
I cannoni hanno fatto bang (Max Pezzali sempre con noi)!
Fin da subito ognuno va del suo ritmo com'è normale, io e Cappa rimaniamo un po' assieme, mi sentivo il dovere morale di scortarlo all'interno della sua prima maratona, non si sa mai, magari vede un Mc Donalds lungo la strada e si ferma.
Già all'ottavo km però anche noi due ci separiamo.
Senza musica nè compagni di viaggio il pensiero va oltre. Oltre. Oltre. Va al traguardo, dove volete che vada. Due palle correre da soli per più di 30 km!!!
Tra un lente a contatto che si sposta e qualche collisione ai punti di ristoro tutto procede bene. 5'15" al km. Il ritmo che volevo lo sto facendo e senza tanti affanni arrivo al km 30.
Siamo nel parco appena fuori Vienna che circonda Shonbrunn e qui per una decina di km si fa una specie di circuito.
Mi metto in mezzo alla strada sia all'andata che al ritorno per cercare di vedere i miei compatrioti.
Vedo il primo, gazzella-clod, ed emetto un urlo che doveva essere il suo nome. Sentendo una voce amica alza lo sguardo dall'asfalto e con una faccia stile Gomes della famiglia Adams mi urla a sua volta: "Ehi! Grande!". Riabbassa la sguardo e continua.
Qualche km dopo ecco anche Cappa. lo vedo da lontano. Corre in mezzo anche lui, occhiale da sole aggressivo, musica nelle orecchie, petto nudo e teschio tatuato sul bicipite sinistro.
Ci incrociamo urlandoci improperi di ogni genere, ci diamo un sonoro high five e via!
Arrivo al km 35 e comincia a finire la benzina.
Solita storia.
Stavolta però non avevo fatto lo spavaldo prima, mi ero gestito meglio.
Rallento di una ventina di secondi al chilometro e imbocco finalmente il giardino dell'Hoffsburg.
Entro da imperatore nella reggia degli imperatori.
Taglio il traguardo in 3 h e 46 min. Scoprirò più tardi che il vecchio Clod ha polverizzato ogni record attestandosi sulle 3 h e 23 min!
Quello davanti a me vomita.
Acqua, banana e mi accascio al suolo.
Cerco facce amiche, non trovo nessuno. Ad un certo punto un bagliore di luce: Cappa! O meglio quel che ne resta.
Un uomo distrutto, sfinito, con le gambe a pezzi ma con un tempo di tutto rispetto (3h e 55min)!
Piano e senza fretta andiamo a prendere la metro, incontriamo anche il recordman!
Bacci e abbracci, grande gioia. Ora resta una grande preoccupazione: il Generàl!
La preoccupaizone dura poco, arriviamo in stanza e lui sta uscendo dalla doccia. Ferito ma vivo e medagliato.
Ci racconta una storia, la storia di un uomo che voleva vincere, la storia di un uomo con molti nemici, la storia di un uomo che al km 25 è stato assalito dal peggiore dei nemici: i crampi.
Proprio così.
Ha resistito agli attacchi di oppositori politici e di sottoposti che l'han tradito, ma contro i dolori neanche un Generale può farcela. Con lo sguardo fiero di chi non esce mai sconfitto ci dichiara: "alla Maratona di Porto polverizzo ogni record".
Questo è un vero Generàl.
Fatta la gara e ossequiato il nostro condottiero resta solo da mangiare. Tanto.
Ricordi confusi di double whopper e Wiener Schinitzel giganti aleggiano nella mia mente. Poi chiudo gli occhi, li riapro e sono davanti ad una fetta di Sacher.
Anche Vienna è caduta sotto la nostra dominazione.
Avanti con la prossima impresa.