giovedì 19 maggio 2011

Sulle orme dell'alieno


Tromso, Tromso, Tromso.
E' il mio pensiero fisso, perché ho la netta e fondata impressione di fare pochi chilometri in questo periodo che dovrebbe essere di carico.
Il mio spauracchio non è tanto la prestazione (mi piace migliorare, ma non sono un fanatico), quanto piuttosto la crisi del trentesimo od oltre. Quella è un vero dramma, una sofferenza onnivora cui la volontà non può far fronte.
Se non si hanno i chilometri nelle gambe meglio rimanere a casa e non affrontare la distanza maratonica, questa è la mi filosofia.
Sentendomi in colpa, ieri sera ho fatto 18,5 km di allenamento partendo da casa. Io abito sulle colline a nord di Verona, quindi sono sceso in città, ho corso con il Bia ed il Generale, e sono tornato a casa sciroppandomi una bella salita.
Fatica vera.
Mi chiedo come faccia l'alieno a fare allenamenti di 35/40 km su quei percorsi: non si tratta di un collinare tranquillo, ma di vere e proprie salite di 6/7 km di pendenza media che varia tra il 6 ed il 7%.

2 commenti:

  1. seguire le orme dell'alieno può portare solo ad un risultato: la morte

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  2. C'è posta per voi da Marco Olmo!!! un bigliettino con dentro scritto Corri! oppure per dirla al modo di Dean Karnazes: Baby Steps - un passo dopo l'altro...insomma...la fatica è psicologica, più la combatti con la testa in allenamento e meglio sarai preparato in gara...Cmq vi propongo quando volete una corsa per il serpentone dell'aldilà che porta al pianeta di Re Kaio!
    Ciao!
    Alien83

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