Ieri sera abbiamo reiterato quel rito che si ripete circa ogni sei mesi. Mi piacerebbe, per una volta, dare ai lettori del blog una versione fedele della serata di ieri.
Dopo trecento pagine di email - tutte intercettate, secretate e conservate negli archivi del Ministero dell'Interno in quanto tra gli indirizzi figura quello del General - abbiamo preso la fatidica decisione alla quale è seguita ineluttabile l'iscrizione.
Per espletare ogni formalità, il Conte Cadachi ci invitò a cena nella sua residenza cittadina. Consegnate le chiavi della mia Aston Martin al parcheggiatore, salii la scalinata al culmine della quale mi accolse il maggiordomo, il quale, confermandomi di aver già avvisato il Conte del mio arrivo, mi fece accomodare nel salotto adiacente l'androne d'ingresso, offrendomi un Martini Dry per sopportare l'attesa.
Tuttavia, in un attimo, mi raggiunse il Conte, nella sua tenuta informale senza cravatta, segno di grande stima, in quanto Egli abbandona l'orpello soltanto quando riceve dei veri amici. Appena seduti sui comodi divanetti Luigi XVI uno squillo di trombe annunciò l'imminente arrivo del General, che infatti in un batter di ciglio fece capolino nella sala, quasi travolgendo con il suo fare guascone il maggiordomo, seguito dal silenzioso e dimesso Cavalier Bia.
Completa la riunione, il Conte ci introdusse nella camera da pranzo per pasteggiare velocemente prima di metterci al lavoro. Le laute portate, all'altezza del lusso di cui si contorna il Cadachi, vennero servite da un'ineccepibile servitù, silenziosa, riservata e mai invadente. Doti apprezzate dal General, che non si trattenne nel complimentarsi con il nostro ospite. Ma non val la pena di intrattenersi su vacui dettagli. Non appena ebbimo cenato ci trasferimmo nella sala dedicata alle riunioni, dove il Conte, maneggiando con maestria i potenti mezzi tecnologici a sua disposizione, iscriveva tutti alla nuova spavalda impresa. Devo dire destreggiandosi con supremi astuzia e acume nelle difficoltà poste dal rozzo modo di esprimersi degli abitanti della provincia dell'Impero Ottomano.
Le capacità e la rete internazionale di conoscenze del Conte ci furono altresì di aiuto al momento della scelta dei locali dove riposeremo a Podgorica. Con non più di un paio di telefonate ed aver premuto dei pulsanti su una tastiera elettronica, sistemò la pratica lasciandoci spettatori del suo successo: alloggeremo nell'arabesca residenza estiva che fu di Solimano il magnifico, ospiti dell'odierno proprietario, che per la verità è oggi un rozzo oligarca russo. Va detto però, che il General ha potuto trovare anche in questa coincidenza un aspetto a lui gradito, poiché sembra che l'oligarca sia sempre attorniato da splendide ragazze.
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