lunedì 24 settembre 2012

Dolomites Skyraces 2012 - Il giorno del giudizio

Ero fuggito in Congo, ora sono tornato.
Più forte di prima.
Come Sansone avevo perso i capelli e con loro la mia leggendaria forza, ora mi sono ricresciuti e nulla mi potrà fermare. Sono invincibile. Come il cavaliere mascarato.
Inizierò col narrarvi le splendide gesta che mi hanno visto correre - ormai alla fine di luglio - alla Dolomites Skyrace. 
Correre e, fortunatamente, sopravvivere. 
I più assidui di voi ricorderanno che già l'anno scorso - insieme a clod, all'alieno e alla punta di diamante - fummo partecipi di questa eroica gara. Purtroppo, però, a causa dell'avverso clima (nevicava n.d.r.) gli organizzatori furono costretti ad operare una drastica riduzione del percorso. Bello lo stesso, ma ben lontano dalle aspettative originarie.
Quest'anno l'idea comune era di ritentare, con la speranza di essere più fortunati. Svariate peripezie (non ultima quella della punta di diamante, rottasi un dito in circostanze a dir poco sospette) ci hanno però impedito di ritornare in formazione completa.
Morale della favola siamo partiti in due, anche se poi in loco abbiamo incontrato svariati amici che hanno rinsaldato i ranghi, stretto le fila e reso il gruppo nuovamente numeroso!
Bè, bando alle ciance. 
Rimembro velocemente il percorso della gara: Canazei - Passo Pordoi - Forcella Pordoi - Piz Boè - Canazei.
La gara è stata stupenda.
Stupendamente faticosa.
Dovete sapere che i cancelli orari sono due, uno in cima al Passo Pordoi e uno in cima alla Forcella. Quest'ultimo "cancello" in particolare ha mietuto decine di vittime. Troppa la fatica accumulata prima, molti stremati son stati bloccati e non han potuto proseguire.
Only the brave. Solo i bravi.
Io son arrivato messo abbastanza bene prima della forcella, poi c'è stato l'inferno. Il buio.
Una fatica indescrivibile. 
La pendenza della salita ed il terreno impervio (il fondo è di ghiaia) han reso l'ascesa della suddetta/maledetta forcella di una difficoltà sovrumana.
La canonica mancanza di allenamento ha fatto il resto. Sembrava non finire mai.
Sopravvissuto alla Forcella del Diavolo, ho tirato il fiato e, dopo l'ultimo tratto in ulteriore salita, mi son buttato giù a rotta di collo dal Piz Boè recuperando posizioni su posizioni.
Ho chiuso la gara a metà classifica. Grande soddisfazione.
Devo dire che una fatica così l'ho provata pochissime volte. Il fantomatico muro dei 35km della maratona non è altro che una staccionata di polistirolo paragonato alla Forcella Maledetta.
Voglio tornare, magari più allenato, con tutta la banda e vederli sputare lo stesso sangue che ho sputato io.
Vamos alla plaja.

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