sabato 23 maggio 2009

Epifania dell'eroe

E' giunto il momento, dopo queste doverose introduzioni, di parlarvi di come nasce un eroe. Farò ciò nell'attesa che il collega maratoneta torni in patria dal pellegrinaggio parigino, ove si è recato in questi giorni solamente al fine di deporre un mazzo di fiori sotto l'Arco di Trionfo, in compagnia di Maria Chiara Z. (la privacy mi impedisce di essere più preciso) nostra madrina ufficiale nominata a seguito di una cerimonia paragonabile solamente all'incoronazione di Carlo Magno (notte di Natale dell'800, ndr).
Era un periodo duro e buio, le giornate duravano poco, la pioggia cadeva incessante sulla faccia di chi andava in Tribunale in motorino senza parabrezza, l'esercito presidiava la città controllando che tutti si sbronzassero a dovere, la crisi economica si abbatteva su di noi come la ghigliottina sul collo di Robespierre e la serie C era ancora la dura realtà di ogni maledetta domenica. Per questi ed altri motivi si sentiva necessità che qualcuno guidasse i propri amici e parenti fuori dalla crisi, bisognava prendersi questa responsabilità morale nell'attesa che il sole sorgesse nuovamente sulla città scaligera, c'era un urgente bisogno di eroi e noi eravamo le persone adatte per compiere quell'impresa necessaria affinchè la luce trionfasse nuovamente sulle tenebre.
L'eroe è colui che con la sua impresa si sacrifica al fine di permettere agli altri di sopravvivere, noi abbiamo fatto esattamente questo: abbiamo sofferto, ci siamo sacrificati e grazie a noi amici e parenti si sono risollevati ed hanno capito che effettivamente nella vita tutto è possibile. Nessuno deve cadere nell'errore di pensare che le nostre epiche imprese siano fine a se stesse, noi infatti, col nostro enorme coraggio, agiamo per il bene comune, per un fine superiore: permettere agli altri di vivere nel riflesso delle nostre gesta. Non siamo presuntuosi, arroganti o tronfi, siamo semplicemente realisti: siamo degli eroi. Il nostro essere così è dato dal fatto che "la fiducia in se stessi è l'essenza dell'eroismo", non possiamo, infatti, non essere fieri di noi ogni mattina quando apriamo gli occhi, abbiamo bisogno di questa convinzione sia per fare una maratona, che, soprattutto, per attraversare il deserto e tornare, possibilmente, vivi, permettendo così a voi di poter vivere nel riflesso della nostra magnificenza.
Il sopravvivere alle imprese che compiremo in futuro non è così scontato, non lo era prima di andare a Parigi, non lo sarà ad Amsterdam e soprattutto non lo sarà nel Sahara; ma questo non vi deve preoccupare: il sacrificio, come detto, rientra nella mentalità dell'eroe, fa parte del suo essere e noi lo sappiamo, ne siamo pienamente consapevoli, perchè in realtà l'eroe è immortale in quanto per vivere non ha bisogno del suo corpo perchè la sua anima vivrà per sempre, insieme a quella degli altri eroi, alla sinistra di Zeus (alla destra c'è già il suo avvocato).
Chiaramente non tutti possono essere eroi; l'essere eroe è un dono che fa Ares al momento del concepimento e che si acquisisce solo alla nascita, ma non è un diritto esserlo, in quanto bisogna prenderne consapevolezza per non sprecarlo. Troppi al mondo non sono diventati eroi pechè incapaci di utilizzare al meglio il dono fattogli dal Dio della Guerra. Noi, infatti, lo siamo sempre stati, solo che non lo sapevamo ancora. L'abbiamo scoperto dopo tutte quelle sere che ci siamo allenati sotto la pioggia e nel pantano e tutte quelle mattine che correvamo per 20 e più km con ancora un mal di testa fotonico dalla sera prima; in questi momenti è cresciuta dentro di noi la convinzione che qualcosa era cambiato, che dovevamo scegliere il nostro destino, era giunto il momento delle decisioni irrevocabili.
Davanti al bivio: soffrire per l'umanità o continuare a sguazzare nella mediocrità, la scelta è stata, per noi, facile e scontata ed è con questa scelta che ci siamo finalmente resi conto che, dopo 26 anni di vita, il nostro scopo era compiere imprese titaniche, imprese che permetteranno a chi ci sta vicino, di superare ogni avversità in nome e nel segno del loro precursore, il loro eroe.
Quando nella vostra vita vi troverete davanti ad un bivio sappiate che in realtà non dovrete decidere se andare dall'una o dall'altra parte, perchè, se siete degli eroi, il vostro destino è già scritto.
Save the cheerleader, save the world.

2 commenti:

  1. Ironman: è il triathlon più difficile che esiste : (4 km nuoto, 180 km in bicicletta e 42 km corsa).

    eh..

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  2. eh si lo so.. però lì appunto non si tratta solo di corsa.. arrivare preparati vuol dire allenarsi sempre e per diversi sport. è molto dura, meglio far una cosa alla volta..
    in futuro non si sa mai..

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