mercoledì 20 maggio 2009

Gli albori parigini



"Se vuoi vincere qualcosa corri i 100 metri, se vuoi vivere un'esperienza corri una maratona".
Niente di più vero, provare per credere.

Questo blog vuole essere una sorta di diario di un percorso iniziato ad ottobre del 2008, in cui quattro ragazzi, in preda ad una prematura crisi di mezza età, decidono di iscriversi alla Maratona di Parigi, tenutasi il 5 aprile 2009, per provare la sensazione di trovarsi da soli, con le proprie forze (?!) a percorre 42 km e 195 metri, ascoltando le (drammatiche) sensazioni del proprio corpo e con l'unico obiettivo di tagliare il traguardo posto in prossimità dei maestosi e a dir poco suggestivi Champs-Élysées.
Quella che doveva essere una mattinata di sofferenza, si è trasformata in un tourbillon di sensazioni ed emozioni completamente inaspettato: migliaia di persone di decine di nazionalità diverse stavano affrontando al nostro fianco quello che per noi sembrava essere, anche a causa dell'allenamento pigro e dei continui infortuni, impossibile: correre per 42 km e 195 fuckin' metri.
Migliaia di persone ai lati della strada che incitavano tutti i partecipanti, svenimenti a causa della troppa fatica, sgomitate per una bottiglietta d'acqua e una fetta d'arancia ai punti di ristoro, momenti di sconforto in cui l'arrivo è lontano anni luce e poi finalmente il traguardo e una sensazione incredibile di aver compiuto, nel nostro piccolo, un'impresa.
Poi il dolore, l'impossibilità nel camminare, la sofferenza nel fare le scale della metropolitana, ma questo è il prezzo che abbiamo pagato volentieri (?!).

Quello che cercheremo di fare con questo diario è non solo raccontare avventure e disavventure cui andremo incontro durante le corse che ci siamo ripromessi di fare, ma anche trasmettere delle sensazioni che neanche noi pensavamo di provare, sensazioni che, vi assicuro, valgono ogni metro percorso.



Il nostro "viaggio" all'interno del mondo della corsa è iniziato così, per gioco, ed ora quello che vogliamo fare, dopo aver affinato la nostra misera tecnica e rinforzato il nostro flaccido fisico con altre corse e maratone, è correre nel deserto del Sahara per 240 km con uno zaino in spalle e due palle roventi nei pantaloni.

3 commenti:

  1. comunque a mio giudizio la marathon des sables è follia allo stato puro...
    non si parla più di correre per raggiungere il traguardo a fine mattinata...
    si parla di portare il proprio fisico ai limiti umani, di arrivare a fine giornata stremati.. entrano in gioco forze superiori e si va a rischio di rompere quella grande linea sottile che divide lo sport (fatto si di fatica e sudore) dall'estremo indice di piacere nel provare dolore e fatica. butei qui si parla di autolesionismo e sadomasochismo è

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  2. è follia si un pò. però alla fine, se mai ci sarà una fine, ti senti dio. provi sensazioni incredibili.
    sforzo fisico e psicologico. vai incontro ai tuoi limiti, se vincono loro son cazzi tuoi, se vinci te, ti senti un eroe, senti di aver compiuto una vera impresa. è stato così per una semplice maratona, figurati per una corsa al limite delle possibilità umane come sono quelle nel deserto.

    prossimamente postiamo un mega resoconto sulla marathon des sables e sulla 100 km nel sahara.

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  3. Io posso dire solo una cosa: penso proprio che ce la faremo, è un po' estremo, ma non è del tutto folle!

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