Paul Tergat ha detenuto il record mondiale sulla maratona prima di essere scalzato -per pochi secondi- dal mitico Gebre.
Se avete più di vent'anni e non sapete chi è Tergat meglio se smettete di correre e riprendete solo dopo aver visionato tutti i video che trovate su youtube e aver attentamente studiato e ripetuto a memoria le sue eroiche gesta.
Fatto?
Ok, ora tutti sanno che Paul è un'autorità del settore, più di Giorgio Mastrota per pentole e materassi, quindi merita rispetto.
Visto poi che 2:04:55 in maratona è un discreto risultato, penso non si possa che cercare di prendere spunto da lui, anche per la fase di allenamento.
Prima la bella notizia: Paul fa dei lunghissimi da un'ora e mezzo circa, poco più. "Che bello" -penserà il mio amico K- "sposerò queste tattiche avanzatissime!".
Ed ora la brutta notizia: Paul in un'ora e mezzo corre in tranquillità una trentina di chilometri.
Ci sono scuole di pensiero che predicano l'inutilità dei lunghissimi, che andrebbero sostituiti con dei medi da una ventina di chilometri. Io non sono un esperto studioso, ma mi sembra logico che la preparazione debba contenere degli sforzi simili a quelli della gara e poi Paul è sempre Paul.
Capisco per esempio che le ripetute servano ad aumentare il massimo consumo d'ossigeno, eccetera eccetera, e che, perciò, nel complesso del ciclo di allenamenti abbiano un senso. Però non mi entra proprio nella zucca il motivo per cui correndo venti chilometri mi allenerei a farne quarantadue. Per me rimane un mistero e, sempre per me, è meglio fare i lunghissimi.
In quanto atleta in evoluzione e privo di molti parametri di gare passate, poi, il lunghissimo mi serve a capire come sono messo e se ho scelto il ritmo gara giusto.
Tanto per cambiare, quindi, io seguo i consigli di Albanesi e faccio i lunghissimi alla Tergat, ossia a RG -7 con accelerazione negli ultimi due chilometri ad almeno RG -15.
E' oggettivo e di facile applicazione: se riesce l'accelerazione il ritmo gara scelto è quello giusto, se non riesce meglio abbassarlo sensibilmente. Di lunghissimi alla Tergat io ne faccio due, a due settimane l'uno dall'altro, di cui l'ultimo tre settimane prima della gara, così se il primo mi va male ho ancora tempo per gli aggiustamenti del caso. Inutile mettere la testa sotto la sabbia: i lunghi veloci sono impegnativi, però il mio primo obiettivo è correre evitando il "muro", quindi meglio sapere a cosa si va incontro!
Caro K, caro Bia, Vienna chiama e Tergat, come un contemporaneo Cerbero, ci attende alla porta degli inferi tra due settimane... sit back and relax...
Nota a pié di pagina: ieri alla Giulietta e Romeo Half Marathon il Mentore -pur orfano dei suoi adepti- ha fatto il suo personale, mettendo una seria ipoteca su un nuovo record viennese!!
Se avete più di vent'anni e non sapete chi è Tergat meglio se smettete di correre e riprendete solo dopo aver visionato tutti i video che trovate su youtube e aver attentamente studiato e ripetuto a memoria le sue eroiche gesta.
Fatto?
Ok, ora tutti sanno che Paul è un'autorità del settore, più di Giorgio Mastrota per pentole e materassi, quindi merita rispetto.
Visto poi che 2:04:55 in maratona è un discreto risultato, penso non si possa che cercare di prendere spunto da lui, anche per la fase di allenamento.
Prima la bella notizia: Paul fa dei lunghissimi da un'ora e mezzo circa, poco più. "Che bello" -penserà il mio amico K- "sposerò queste tattiche avanzatissime!".
Ed ora la brutta notizia: Paul in un'ora e mezzo corre in tranquillità una trentina di chilometri.
Ci sono scuole di pensiero che predicano l'inutilità dei lunghissimi, che andrebbero sostituiti con dei medi da una ventina di chilometri. Io non sono un esperto studioso, ma mi sembra logico che la preparazione debba contenere degli sforzi simili a quelli della gara e poi Paul è sempre Paul.
Capisco per esempio che le ripetute servano ad aumentare il massimo consumo d'ossigeno, eccetera eccetera, e che, perciò, nel complesso del ciclo di allenamenti abbiano un senso. Però non mi entra proprio nella zucca il motivo per cui correndo venti chilometri mi allenerei a farne quarantadue. Per me rimane un mistero e, sempre per me, è meglio fare i lunghissimi.
In quanto atleta in evoluzione e privo di molti parametri di gare passate, poi, il lunghissimo mi serve a capire come sono messo e se ho scelto il ritmo gara giusto.
Tanto per cambiare, quindi, io seguo i consigli di Albanesi e faccio i lunghissimi alla Tergat, ossia a RG -7 con accelerazione negli ultimi due chilometri ad almeno RG -15.
E' oggettivo e di facile applicazione: se riesce l'accelerazione il ritmo gara scelto è quello giusto, se non riesce meglio abbassarlo sensibilmente. Di lunghissimi alla Tergat io ne faccio due, a due settimane l'uno dall'altro, di cui l'ultimo tre settimane prima della gara, così se il primo mi va male ho ancora tempo per gli aggiustamenti del caso. Inutile mettere la testa sotto la sabbia: i lunghi veloci sono impegnativi, però il mio primo obiettivo è correre evitando il "muro", quindi meglio sapere a cosa si va incontro!
Caro K, caro Bia, Vienna chiama e Tergat, come un contemporaneo Cerbero, ci attende alla porta degli inferi tra due settimane... sit back and relax...
Nota a pié di pagina: ieri alla Giulietta e Romeo Half Marathon il Mentore -pur orfano dei suoi adepti- ha fatto il suo personale, mettendo una seria ipoteca su un nuovo record viennese!!
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