lunedì 24 maggio 2010

Come corre Macgyver

Ieri ore otto zero zero mi trovavo solitario sul lungadige per il previsto lungo veloce.
Colto da un guizzo di grande professionismo eseguivo scrupolosamente il riscaldamento, senza farmi mancare degli allunghi facili per sciogliere la gamba.
Tutto pronto: partenza!
Non avevo considerato un piccolo particolare. Galvanizzato dalle piogge primaverili mi ero abituato a correre a 16°/17°C, temperatura perfetta, mentre ieri si viaggiava sui 27°C, stando ben attenti a schivare cammelli e dromedari. Poco male, anche se già al terzo chilometro ero sciolto dal caldo e dovevo fermarmi a bere un té nella tenda di un gentile beduino, poi comunque proseguivo del mio ritmo.
A metà allenamento, nel punto di massima distanza dalla partenza ecco farsi vivo bussando all'uscio posteriore il nemico pubblico numero uno del runner. Lo sconforto assoluto stava per prevalere su di me, perché al copioso sudore dovuto al caldo si aggiungevano i sudorini freddi.
La situazione psicologica era davvero drammatica: mi trovavo pure nel punto più lontano possibile da una qualsiasi fonte d'acqua...pareva impossibile soddisfare uno qualsiasi degli impellenti bisogni primari.
Stordito dagli eventi e immaginando la mia morte, ripercorrevo mentalmente il film della mia vita, fino a quando non sono giunto al punto delle serie tv di fine anni ottanta. Prima l'A-Team e poi, come una fogorazione, Macgyver. Cos'avrebbe fatto San Macgyver al posto mio? Come si sarebbe opposto ai nemici cattivi che lo volevano morto? Si sarebbe salvato anche questa volta? La risposta è affermativa: si sarebbe salvato utilizzando la sua fantasia e il suo coltellino svizzero.
E così, dopo aver addocchiato un ameno boschetto mi ci avvicinavo furtivamente, per non essere scorto dai ciclisti in passaggio. Con ulteriore sgomento realizzavo di non avere fazzoletti e scoprivo che gli alberi in questione avevano foglie da 2 cm² di superficie. Inoltre, particolare interessante, il muschio dei tronchi non si sviluppava verso nord ma verso est. Alla disperata ricerca di una soluzione ecco, poco distante, un superbo albero di fico risplendente di luce propria, con le sue foglie di ampia dimensione e con i frutti ancora acerbi. Dopo aver reciso alcune foglie col coltellino svizzero, completamente in trance, mi addentravo nel bosco, per vincere e risorgere.
VICI, RESURREXI! Distrutto fisicamente e quasi disidratato, tornavo alla macchina senza pretese podistiche, ma rigonfio di onore per aver sconfitto il fato avverso.

6 commenti:

  1. questre sono esperienze di vita vere!
    il caldo ci ucciderà.
    io e cappa siamo andati sabato alle 14.30: al km 5 abbiamo smesso di parlarci e al km 13 abbiamo smesso di vivere.

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  2. devo smettere di pensarci, altrimenti scoppio a piangere, come succede ai reduci del vietnam!

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  3. tranquillo, se deve succedere qualcosa, qualsiasi cosa puoi star sicuro che succederà nel punto più lontano da casa.
    è una regola.

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  4. In effetti comincio a pensarlo anch'io! Poi il mio odio per i pesi accessori, tipo cellulare o qualsiasi orpello in più, fa il resto!

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  5. Si comunque butei se dovete andare nel deserto, altro che 27 gradi.

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  6. si cavra ho capio ma lì te la metti via fin da subito. se invece esci di casa convinto di trovar una temperatura normale e scopri dal nulla che c'è un caldo boia è una tragedia

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