lunedì 19 settembre 2011

La disfatta di Castelnuovo

La spedizione balcanica sottodescrittavi, come le altre già vittoriosamente portate a termine, necessita di una preparazione psicofisica tale da permetterci di sconfiggere il nemico e ritornare in patria vittoriosi, a seguito del Generale e del suo bianco destriero.

La preparazione, però, questa volta più di tutte, rischia di essere errata e superficiale.
Il rischio di una Caporetto è assai alto, il nostro condottiero rischia di passare dall'onorevole paragone con l'illustre imperatore francese ad il ben più ruvido accostamento col generale Cadorna, responsabile di una delle sconfitte più brucianti che l'italico regno possa annoverare.
Il perchè è presto detto.
Ieri mattina doveva iniziare la nostra trionfale marcia con circa 30km a Castelnuovo del Garda, impresa per cui già in settimana ci eravamo equipaggiati ed organizzati.
Eventi fuori dal nostro controllo, però, non ci hanno permesso di portare a termine la missione affidataci dal comando supremo.
L'11 aprile del 1848, vi ricordo, le truppe del feldmaresciallo Radetzky assalirono e trucidarono, proprio a Castelnuovo del Garda, i volontari lombardi giunti in terra veneta per liberarci dall'oppressore austriaco già sconfitto durante l'assedio di Milano.
Noi ieri dovevamo vendicare quell'eccidio e riprenderci un territorio già nostro fin da tempo immemore.
La storia lo richiedeva, le anime dei nostri fratelli scomparsi meritavano di veder lavata la loro brutale sconfitta col sangue del nemico.
Purtroppo non è stato così.
Siamo stati pavidi.
Venuta meno l'egida guida del nostro pluridecorato condottiero, le truppe, sentitesi perdute, si sono sparpagliate sul territorio senza riuscire a coordinarsi nell'attacco.
Ingannato da nettari allucinogeni e veneri desnude, il vecchio Generale, ha lasciato che le sue ormai stanche membra venissero dolcemente cullate dalle esperte mani della signora Circe, una donzella di bell'aspetto al cui fascino egli non sa resistere.
Max per primo, disorientato dagli innumerevoli balzelli che il regio governo ha imposto ultimamente, ha con me intrapreso una spedizione sull'Adige volta a minare la diga del Chievo onde impedire al nemico di entrare in città. Senza alcuna forma di coordinamento, feriti e senza forze, abbiamo disperso le nostre energie e siamo stati catturati, lui dopo un'avanzata di 13km mentre io, grazie alla mia astuzia, ho oltrepassato le linee nemiche cadendo prigioniero solo dopo 20km.
Ora siamo entrambi detenuti a Venezia col carbonaro Silvio Pellico.
Clodrunner invece, in preda ad un'impeto incontrollabile, si è recato fin sulle rive del lago di Garda dove, alla testa di un piccolo manipolo di soldati fedeli al vecchio governante della nostra città, è riuscito a respingere il nemico, il quale dopo ore di assedio nel piccolo paese di Costermano, si è veduto costretto alla resa.


Dopo aver persino negato agli sconfitti l'onore delle armi, la ferocia del giovane si è volta verso la città.
Convinto di trovar campo libero, e non sapendo che invece i suoi commilitoni avevano malamente fallito i compiti assegnati, ha percorso 30km lasciando dietro di sè un scia di morti, ma non è riuscito a liberare la roccaforte di Castelnuovo.
La vergogna che tutti proviamo nell'aver fallito l'impresa potrà essere lavata solamente respingendo l'invasione ottomana che è ormai giunta alle porte del Montenegro.

4 commenti:

  1. Dobbiamo sbrigarci per bloccare il nemico sui Balcani. Altrimenti conquistato l'adriatico ci rubano con facilità le nostre triremi di stanzia a Fiume e sferrano il doppio attacco via terra a Trieste e via mare a Venezia.

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  2. le repubbliche marinare sono contro di noi. ma vinceremo lo stesso con l'aiuto della legione straniera

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  3. Oh avete rotto i coglioni. Negli ultimi due post non si capisce un cazzo, par di leggere un blog di mongoli.

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  4. ti faccio un riassunto veloce:
    ci siamo iscritti alla maratona di podgorica e il nostro allenamento fa kaka

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