lunedì 20 febbraio 2012

Barefoot 2

Ragazzi, non siamo mica qui a fare il parmigiano col latte di soia!
Siamo scarsi nella corsa perché abbiamo una vita parallela (per fortuna). 
Dopo il mio matrimonio, è arrivato il matrimonio del Bia: aprile sarà la prima maratona da ammogliati. Naturale che ad Amburgo sarà una gara tra le opposte fazioni scapoli-ammogliati, con me ed il Bia da una parte, contro Max, la Punta di Diamante ed il General.
Il mio ultimo post su queste stazioni risale al 15.12.2011, che vergogna! Eccomi qui a tentar di rimediare.
Come ho promesso l'anno scorso vorrei continuare l'approfondimento sulla corsa a piedi nudi, di cui avevo letto sull'Internazionale.
Non ho né letto né comprato Born to run di Mc Douglas, tuttavia ho fatto una piccola ricerca in rete. Il sito indubbiamente più interessante, articolato e argomentato è quello del "Natural Running Center"  diretto dal dr. Mark Cucuzzella (http://naturalrunningcenter.com/). Cucuzzella cerca di avere un approccio scientifico alla disciplina, visto che è medico oltre che runner di un certo livello.
Il sito è provvido di consigli su come iniziare e come gestire gradualmente la fase di transizione, di consigli sul materiale, oltre che di completi aggiornamenti sugli studi attestanti i benefici salutistici della corsa a piedi nudi. 
Però io mi annoio un po' a leggere trattati medici (anche perché per fortuna non ho grane o dolori) e la mia concentrazione è stata attratta dalla storia della elite runner americana Camille Heron. La Heron era sempre infortunata, quando ha cominciato via via ad incrementare la quota di allenamento a piedi nudi, fino a raggiungere le 100 miglia a settimana! A quanto pare ne ha tratto tanto beneficio da passare da uno stato deallenamento per le troppe interruzioni dovute ad infortunio ad un p.b. di 2h37'! La sua storia è semplicemente strappalacrime e sembra scritta dal grande  sceneggiatore del sogno americano in persona.
Devo però dire che questo quadro idilliaco del barefoot running mi sta un po' stretto, sarà che per il mio mestiere sono portato sempre a pensare che gli idilli non esistano.
Parto dai particolari: un assunto di base a detrimento dell'uso delle scarpe starebbe nelle strategie di marketing dei produttori. In pratica ci avrebbero convinto ad usare delle scarpe iper ammortizzate sebbene siano inutili o addirittura dannose, ciò al fine di vendere l'impossibile (impossible is nothing, ricordate). Scartabellando sui siti americani, però, si scopre che le aziende produttrici hanno cominciato a sfornare una serie infinita di scarpe per la transizione o proprio barefoot, per rispondere alle nuove esigenze di mercato. Infatti è abbastanza chiaro a tutti che non è il caso di correre a piedi completamente nudi nelle nostre città piene di rifiuti, vetri rotti, spigoli e preservativi usati. Un minimo di copertura è strettamente necessaria, soprattutto se si fanno molti chilometri. Inoltre non viviamo certo all'equatore dove le temperature sono sempre miti...
Alle multinazionali non interessa niente di vendere scarpe ammortizzate, a punta, larghe, strette, in camoscio, da clown, con la tomaia traspirante, senza tomaia, sandali, infradito, espadrilles, mocassini o quant'altro. L'importante è vendere più scarpe possibili al prezzo più alto possibile. Pare averlo capito anche il dr. Cucuzzella, che non a caso dirige anche uno dei negozi natural running più forniti d'America!
Qualche dubbio, quindi, sulla grande cospirazione!
Non a caso esistono dei detrattori della corsa a piedi nudi, tra cui l'organizzatissimo e pedantissimo blog http://www.runningbarefootisbad.com/, che si propone di smantellare con rigore le tesi dei fanatici del naturalismo podistico.
La disputa è apertissima. Rimane una cosa: secondo me qualche seduta di esercizi barefoot può fare bene, come complementare all'allenamento. Può servire a tenere in forma i piedi e a migliorare la tecnica di corsa.
Sul fare miliardi di chilometri senza un minimo di ammortizzazione, però, ho qualche riserva. Mi basta pensare come sono ridotto negli ultimi chilometri di una maratona. La mia corsa si fa più brutta e traumatica perché le gambe hanno esaurito o quasi la loro elasticità. In quel frangente preferirei non dover fare a meno di quel centimetro di gomma che mi separa dall'asfalto!

2 commenti:

  1. Preservativi usati, posizionati a tradimento, su cui il Bia si appoggia con il gomito... aahahahahah

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