mercoledì 20 maggio 2009

Sociologia retrospettiva


L'attento lettore avrà avvertito come l'avventura parigina non sia il mero risultato di una scelta casuale e avventata di quattro amici al bar - anche perché i quel caso avremmo voluto cambiare il mondo, non correre una maratona, e tra gli autori di questo blog figurerebbe tal Paoli Gino - ma la lapalissiana conseguenza di profonde ragioni psico-socio-culturali.
Il barbaro uso dei ragazzi di oggi di colorare le proprie serate di esagerate sbevazzate; la sindrome pan-eroica che sviluppa in loro l'ebbrezza alcolica; il sentimento di dannunziana onnipotenza che ne deriva; l'eccitamento provocato dall'atteggiamento di sfida reciproca a compiere improbabili gesta che assumono i membri del gruppo: tutti indiscutibili e fondati motivi per suggellare un patto privo di senso.
Certo, di patti del genere, pieni di promesse o propositi mai perseguiti, è piena la memoria di ciascuno di noi, ma questa volta è scattata una molla ulteriore.
Generalmente (secondo autorevole dottrina in circa l'87,24% dei casi. Cfr V. Lesentini, Statistica Pratica, Padova, 2005, pp. 72 e ss.) questo tipo di promesse o dichiarazioni, trovano pronta smentita il mattino successivo, quando il soggetto trova sul telefonino messaggi del giorno precedente, inviatigli da qualche amico sulla strada di casa, inneggianti folli missioni cui ci si è collettivamente impegnati a partecipare. A quel punto ci sono tre tattiche applicabili: la prima -la più scontata- il silenzio nella quasi certezza che nessuno si ricorderà o vorrà ricordarsene; la seconda, lo specchio riflesso/sfida a mente fredda ("caro mio voglio proprio vederti a fare la potatura degli ulivi a morsi, ahah"), con il quale si schernisce l'amico deferendo a lui la prima (eventuale e remota) mossa; la terza, il bluff, condizionando la propria disponibilità a fare quanto promesso purché l'amico adempia a sua volta al proprio impegno (che lui non si ricorda, in quanto il bluffatore lo inventa sul momento: e.g. "per me non c'è problema a guidare un auto premendo i pedali con le mani, niente di più facile, basta che tu mi metta a disposizione la tua golf nuova come avevi detto").
Di queste tecniche note ai più, nel nostro caso, si è vista utilizzare la prima...dopo il patto solenne stipulato al bar del Pazzo che prevedeva la partecipazione a una maratona (niente pericolo certo di vita stavolta) per qualche settimana nessuno ha proferito verbo.
Ma allora cosa è cambiato?
...in irrisione delle ben note ritualità comportamentali di cui ho detto sopra, uno di noi ha comunicato agli altri il dato di fatto: "mi sono iscritto a Parigi: 5 Aprile 2009". Inevitabilmente si è risvegliato l'orgoglio degli altri (anche se nessuno di noi si riconosce negli ideali leghisti, dopo tutto, siamo pur sempre veneti e, di conseguenza, ce l'abbiamo duro) che, a catena hanno formalizzato gli adempimenti, cioè hanno pagato l'iscrizione.
Bene, ammetto di aver reso un po' troppo solenne il racconto, ma più o meno è andata così... il lettore -stavolta simpatico- si ritenga libero di calcolare la radice quadrata dell'epopea!

7 commenti:

  1. la fatica, la sofferenza, il sudore...
    correre è una semplice passione o è un mero modo di sfogarsi e di distaccarsi dal disagio sociale che ormai attanaglia le nostre menti?

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  2. nomi perfetti invece idiota.
    ti ringrazio per l'eventuale tatoo e per il sostegno. no tutti non moriremo, almeno uno la deve finire la marathon des sables.

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  3. vorrei puntualizzare che clodrunner è una citazione cartoonistica per l'assonanza con road runner... lo sapevo che sarebbe finita in porcherie...

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  4. e correre non è né una passione, né un modo di evadere dalle costrizioni sociali: è un valore ex se considerato.

    questa dichiarazione è da cocksucker.

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  5. vendte film porno u questo sito ?

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  6. in teoria no, però se hai un bisogno impellente possiamo organizzarci

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  7. mezzo caffè è i nome di un sito di film porno. non è questo ? Mi hanno detto così. Quindi puoi aiutarmi.

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