Parlare della maratona nello specifico. Nuoce alla salute degli altri, noi ormai siamo delle anime perdute.
Da quando siamo tornati da Parigi almeno una volta al giorno il povero disgraziato di turno era costretto ad ascoltare le nostre filippiche e i nostri trattati sul mondo della corsa: dagli allenamenti a che scarpe usare, dallo stretching al chilometraggio, da che mutande mettere a quante birre bere prima della maratona.
Inizialmente il nostra parlare era utile solo a noi, ci piaceva rivivere la nostra impresa raccontando cosa avevamo fatto e i nostri amici ci ponevano svariate domande forse fingendo interesse per darci un minimo di soddisfazione. Noi, comunque, da ogni racconto imparavamo qualcosa, come dettagli tralasciati o errori (tanti) commessi, e ce la appuntavamo mentalmente ripromettendonci di migliorare. Successivamente però le nostre parole hanno sortito, nelle giovani menti che si ponevano davanti a noi, un risultato decisamente inaspettato: la scintilla della corsa.
E' stato come se si fosse risvegliato, in certi nostri ascoltatori, una sorta di desiderio di mettersi alla prova per dimostrare che, si eravamo stati bravi ad arrivare al traguardo parigino, ma che, in realtà, a correre sono capaci tutti.
Niente di più vero, noi siamo i primi a sostenerlo.
La risultante di questa equazione con decine di variabili è stata decisamente insperata ed inimmaginata: molti amici si sono messi a correre, chi già lo faceva ed ha semplicemente aumentato le uscite, ed hanno poi continuato probabilmente trovando nella corsa un buon momento per tenersi in forma e staccare la spina. Chiunque di voi abbia provato almeno una volta a correre dopo una giornata di lavoro o di studio, o anche il giorno dopo una serata particolarmente goliardica, si sarà sicuramente reso conto dei benefici non solo fisici, ma anche psichici che la corsa porta con sè.
C'è chi si è messo a fare solo qualche chilometro per rimettersi in forma prima della fantomatica prova costume, ma c'è anche chi una volta iniziato ha deciso di continuare a correre quelle 2-3 volte settimanali, migliorando la propria condizione fino a decidere di iscriversi alla maratona di Amsterdam con noi.
Qui volevo arrivare.
Tra iscritti alla maratona e iscritti alla mezza maratona ad ottobre partiremo, ad oggi, in 13 umani, tutti volenterosi di fare la loro "porca" figura.
Non importa se avete deciso di fare la mezza maratona o la maratona intera, tagliare il traguardo sarà un'emozione per tutti e il punto di arrivo di un percorso durato mesi, perchè un'altro principio la corsa insegna: la disciplina. Se, infatti, volete fare un tragittio più lungo di quello che vi porta dal gelataio dovete allenarvi allenarvi e allenarvi.
Non abbiamo costretto nessuno, sia chiaro, ma questi giovani fanciullie e fanciulle pieni di speranze che vengono a sfidare il destino olandese hanno capito in pieno il significato della corsa che noi volevamo trasmettere: corri per stare bene con te stesso prima, misurati con gli altri per provare delle emozioni mai provate poi.
La settimana prossima ci troveremo, al gran completo, per quella che è stata già battezzata la "cena maratona" consistente in tanto vino e abbondanti piatti di pasta, tutti elementi che non vanno proprio a braccetto con l'ideale del perfetto maratoneta, ma di cui noi andiamo estremamente ghiotti.
Chiariamo un'ultima cosa, per evitare che venga travisato dal non attento lettore il significato di questo post: non bisogna per forza correre decine di chilomentri a settimana per fare una maratona dopo qualche mese, ognuno fa quello che riesce e quello che si sente, esagerare porta solo conseguenze negative.
Poi scusate, ma per le imprese ci siamo già noi, non usurpateci lo status di eroe, l'abbiamo appena conquistato.
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